Gian Antonio Stella, firma eccellente del giornalismo italiano ed editorialista del Corriere della Sera, ha esordito con tutte le dichiarazioni comparse negli ultimi giorni sull’autonomia che non lasciano dubbi: l’autonomia per il Movimento 5 Stelle non solo non è una priorità, ma appare come un qualcosa che, se anche dovesse approdare in Parlamento, rischierebbe di non uscirne più. Eppure, al Governo ci sono quei leghisti che dell’autonomia ne hanno fatto il primo cavallo di battaglia di un partito che viaggia con oltre il 30% del consenso degli italiani. Alleati che hanno persino scagionato Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona per il caso Diciotti e che sembra assurdo ora possano ostacolare qualcosa per la quale aveva addirittura aveva dato l’ok il governo precedente, che ora siede all’opposizione.
Un incontro realistico e in cui sono emerse le competenze di chi sa fare il proprio mestiere. Da una parte un Gian Antonio Stella, che non ha dovuto fare fatica a tirare fuori le parole al suo intervistato e dall’altra, chi sa benissimo cosa voglia dire amministrare la res pubblica come Roberto Maroni, che oltre ad essere uno storico militante del Carroccio sin dai tempi di Umberto Bossi, è stato un bravo Ministro degli Interni, quando si cominciò ad affacciare l’emergenza immigrazione.
Maroni ha continuato, negli anni seguenti, a dare il meglio della sua preparazione politica come Presidente della Lombardia, quella che assieme al Veneto ha voluto un referendum che ha sentenziato il volere di due regioni desiderose di quell’autonomia che al momento, sembra lettera morta.
‘Con l’autonomia si risolverebbero tantissimi problemi che affliggono L’Italia – ha detto più volte il leghista – metterla sul conflitto tra Nord e Sud è sbagliato perchè l’autonomia farebbe bene anche al meridione. Porterebbe ricchezza anche a quelle regioni che dovrebbero solo imparare a responsabilizzarsi per avere di più di quello che hanno per i loro cittadini. L’autonomia è anche a vantaggio loro. Bisogna spiegarglielo bene’.
‘La Lega deve farsi valere, Zaia deve farlo perchè all’autonomia tiene. Ci ha messo la faccia e tutto il suo impegno per qualcosa che potrebbe realizzarsi anche in pochissimo tempo se solo lo si volesse. L’accordo di Governo c’è già – ha ribadito con il realismo del vero politico, che preferisce dire la verità a costo di essere impopolare – c’ero anche io a firmarlo, ma si sono registrati troppi rinvii, un continuo rimandare le date e ora si parla di trascinare l’argomento in Parlamento dove non si sa che fine farà’.
‘Maroni, lei ci crede ancora? Ricordo che giornalisticamente si è iniziato a parlare di costi standard nel 1980, com’è possibile che nel 2019 ne stiamo ancora parlando? Nel frattempo, si sono succeduti diversi governi, tra questi c’è stato anche lei con Umberto Bossi che ricordo disse che aveva fretta nel realizzare il progetto federalista. E possibile che sia ancora tutto bloccato?’ – ha chiesto un rassegnato Stella.
‘La verità è che in questa Italia non si ha il coraggio del cambiamento – ha detto Maroni – senza quel coraggio, l’italia rimarrà impantanata nella burocrazia che blocca l’economia, che non rende appetibile il nostro paese al mercato estero. Sono stato al governo e so perfettamente quante difficoltà si incontrano quando sei a Roma, ma bisogna investire, non solo finanziariamente, ma anche mentalmente nelle riforme capaci di snellire un sistema storicamente complicato. Bisogna partire da lì e l’autonomia sarebbe già un passo in questa direzione perchè passando le competenze alle Regioni, significherebbe che per il cittadino sarebbe più facile rivolgersi agli apparati regionali locali più accessibili e non perdersi nei meandri della burocrazia di questo o quel ministero romano’.
Dopo aver passato la parola al pubblico presente al Teatro Olimpico di Vicenza, il dibattito si è concluso con la domanda a Maroni da parte di un cittadino che gli ha chiesto quanto rischia Zaia se davvero l’autonomia dovesse cadere nel dimenticatoio, alla luce di un referendum che ha visto partecipare la maggioranza dei veneti. ‘Luca ce l’ha messa tutta, è un mio amico e soprattutto un amministratore di altissimo livello che ha investito moltissimo. Mi auguro per lui che da Roma si decidano a concedere quest’autonomia, che sembrava essere pronta, ma che adesso sembra irraggiungibile’.
Campa cavallo che l’erba cresce.
Natalia Bandiera