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Pensioni d’invalidità, Stefani: ‘Ridaremo l’assegno a chi lo ha perso’

Il governo vuole cancellare il taglio della pensione di invalidità per chi lavora, una misura fortemente contestata in questi giorni da chi percepisce l’assegno.

Il ministro: «Ridare l’assegno anche a chi lavora»

Il messaggio dell’Inps

La questione è riemersa qualche giorno fa, quando l’Inps ha pubblicato un messaggio – il numero 3495 del 14 ottobre a firma del direttore generale Gabriella De Michele – in cui si dice che dal 14 ottobre 2021 in poi «l’assegno mensile di assistenza di cui all’articolo 13 della legge n. 118/1971, sarà pertanto liquidato, fermi restando tutti i requisiti previsti dalla legge, solo nel caso in cui risulti l’inattività lavorativa del soggetto beneficiario». Quindi stop all’assegno se c’è il lavoretto.

La riforma delle disabilità

Intanto, il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge delega in materia di disabilità. «Contiamo di approvare il disegno di legge in Parlamento entro il 31 dicembre – afferma ancora il ministro Stefani – e poi avremo 20 mesi di tempo per emanare il decreto delegato. I tempi sono già stabiliti perché la legge delega sulla disabilità fa parte del Pnrr. Ci sarà un riordino normativo. Il cardine della legge è che il mondo della disabilità non è solo assistenziale e sanitario. La persona disabile deve poter scegliere come vivere e con chi vivere».

L’unificazione degli accertamenti

Una revisione complessiva della normativa sulla disabilità che consentirà l’unificazione di tutti gli accertamenti che riguardano l’invalidità civile, la cecità civile, la sordità civile, la sordocecità, l’handicap ma soprattutto un nuovo sistema di valutazione «multidimensionale e multidisciplinare» che consentirà di elaborare progetti di vita personalizzati e quindi garantire al disabile una vita indipendente. Sono le principali novità della nuova legge delega.

Il ministro: «Al centro c’è la persona»

«Una svolta in campo normativo», ha commentato il ministro alle Disabilità Erika Stefani, perché, ha spiegato, «pone al centro la persona con le sue esigenze, le sue relazioni, i suoi desideri: si realizza così l’obiettivo del progetto di vita personalizzato e partecipato, fondamentale richiesta del mondo associativo ed essenza della convenzione Onu».

Il budget di progetto

Il cuore della riforma, contenuta nel Pnrr, sarà proprio il nuovo sistema di riconoscimento della condizione di disabilità che con l’elaborazione del progetto di vita potrà contare anche sul «budget di progetto», ovvero la quantità e la qualità delle risorse economiche (ma non solo) a disposizione per supportare l’autonomia e l’indipendenza del disabile in età adulta e prevenire così le forme di istituzionalizzazione.

La riqualificazione dei servizi

Nella riforma è prevista anche la riqualificazione dei servizi pubblici in materia di accessibilità e inclusione, conferendo ad un unico soggetto pubblico l’esclusiva competenza sui processi valutativi di base per uniformare su tutto il territorio nazionale gli aspetti organizzativi e procedurali, riducendo così anche i conteziosi.

Il Garante delle disabilità

Infine, la nuova normativa prevede l’istituzione del Garante nazionale delle disabilità, che dovrà tutelare e promuovere i diritti delle persone con disabilità, assistere quanti vedono violati i propri diritti e formulare raccomandazioni e pareri alle amministrazioni e promuovere campagne di sensibilizzazione e di comunicazione per una cultura del rispetto dei diritti delle persone.