Il calcificio Fassa Bortolo progettato a Valdastico in contrà Sella continua a scrivere la storia della valle e questa volta la contrarietà alla sua realizzazione si porta via addirittura un pezzo della maggioranza del consiglio comunale di Pedemonte.
Il consigliere di maggioranza Florio Sartori, 65 anni, da sempre ostile alla costruzione del ‘mostro di cemento’, ha rassegnato pochi giorni fa le dimissioni dal consiglio, con una netta presa di posizione contro il sindaco Roberto Carotta, ‘reo’ di non essersi dimostrato altrettanto decisionista nell’ostacolare il progetto per la costruzione del calcificio, studiato nei minimi dettagli dalla Fassa Bortolo di Spresiano (Tv).
L’ultimo atto degno di nota era infatti stato la discussione nel consiglio straordinario di maggio in cui Carotta aveva fatto chiaramente capire che quella non era certo la sede adatta per bloccare il progetto dell’opera, il cui parere favorevole di inizio lavori è appannaggio in primis dei tecnici della regione Veneto. Da considerare infine anche il nulla osta necessario, di competenza del comune di Valdastico, che dovrebbe passare anche per una consultazione popolare promessa qualche mese fa dal sindaco Claudio Guglielmi.
‘Non ho più motivo – ha esordito nella sua lettera di dimissioni Sartori – né voglia di rimanere in consiglio comunale’. Oltre il 90% della popolazione ha manifestato contrarietà alla costruzione del calcificio, ha continuato l’ormai ex consigliere, ma il comune di Pedemonte, nonostante le numerose richieste, si è limitato a creare una commissione consiliare ‘che serve solo a perdere tempo’. Risale infatti al novembre 2014 una raccolta firme contro il calcificio promossa dagli abitanti di contrà Sella e appoggiata dalla maggioranza degli abitanti di Casotto, che nei loro peggiori risvegli si vedono già salutare ogni mattina l’opificio, aprendo semplicemente le finestre di casa.
Sartori ha ricordato poi che a spingerlo verso questa decisione è stata sicuramente la campagna elettorale fatta in accordo con Carotta, dove ‘si prometteva che si sarebbe fatta opposizione alla realizzazione del calcificio’, e sottolineato anche come gli abitanti di Casotto abbiano sopportato polveri e rumori per 30 anni a causa della cava Molino. ‘Se gli abitanti di Casotto non vogliono il calcificio, perché il consiglio comunale di Pedemonte non prende posizione a loro favore?’, si è chiesto Sartori.
La replica del primo cittadino non si è fatta attendere. Carotta ha risposto alle accuse di Sartori con un preambolo che suona più o meno: quando era il momento giusto per far valere la contrarietà al calcificio, perché non lo hai fatto? Il primo cittadino ha rimarcato a Sartori, nominato all’interno della commissione consiliare che avrebbe dovuto deliberare per il sì o per il no all’opificio, la cui maggioranza era tra l’altro di Casotto, di non aver fatto valere le sue posizioni di netta contrarietà. ‘Dimettendoti dal consiglio comunale – ha scritto il sindaco a Sartori – ti sei dimesso automaticamente dalla commissione. Troppo facile scappare di fronte alle responsabilità, troppo facile abbandonare la partita quando il gioco si fa duro. E comunque voglio ricordare che chi decide è solo Valdastico, il resto è pura letteratura’.
Marta Boriero