“Sembra un paradosso ma è proprio così: con questo bilancio viene approvato un buco gigantesco di 60 milioni di euro tra il 2024 e il 2026. Tutto questo per onorare un accordo capestro per la Regione e per tutti i cittadini, stipulato sull’altare della Pedemontana Veneta”.
A dirlo, a nome del gruppo del Pd Veneto, il consigliere regionale Andrea Zanoni, commentando l’intervento in aula di ieri, tenuto dal presidente della Regione.
“Zaia ci ha raccontato che questa grande opera prevede una fase di ‘ramp up’, termine sconosciuto nella relazione del bilancio ed utilizzato per spiegare che nei primi 9 anni di esercizio dell’opera ci sarà una perdita economica da sempre prevista”.
‘Ma in realtà – incalza l’esponente dem – non è mai stata prevista la perdita tra pedaggi e canone. La relazione del 2017 della Dottoressa Veronica Vecchi, incaricata dalla Regione Veneto, prevedeva che le entrate previste da pedaggio fossero di oltre 13 miliardi di euro, utili a pagare i 12 miliardi totali del canone annuale medio (325 milioni di euro per 39 anni). Inoltre non ci sono riferimenti a queste perdite nei controlli effettuati dalla Corte dei Conti e dall’Anac”.
Zanoni contesta anche il fatto che “Zaia ha parlato di 45.000 veicoli al giorno registrati lungo la Pedemontana. Ma il suo calcolo è basato sui singoli ingressi, come può essere quello di un auto che entra a Riese Pio X ed esce poco dopo a Mussolente. Ciò che invece vanno calcolati sono i veicoli teorici medi, ovvero i veicoli mediamente presenti sull’intera lunghezza di 94 km della Pedemontana. Insomma, dal presidente sono emerse inesattezze e persino dati che la sua stessa Giunta ha mai fatto propri. Un modo per mascherare un buco economico da far tremare i polsi: è infatti verosimile che a fronte di un’uscita media di canone annuo di più di 300 milioni, le entrate da pedaggio difficilmente arriveranno ai 100 milioni l’anno”.
Comunicato Stampa