“Nel suo torrenziale intervento in aula, il presidente Zaia ha fornito una ricostruzione dei fatti sulla Superstrada Pedemontana Veneta a dir poco fantasiosa. Dice che con la sua convenzione del 2017 avrebbe ridotto da 21 a 12 miliardi l’ammontare dell’opera facendone un affarone. Ma omette il fatto che con i soldi dei veneti, ben 300 milioni, ha salvato la ditta esecutrice della SPV dal sicuro fallimento consentendogli di trovare sul mercato la fiducia necessaria per reperire i necessari finanziamenti per pagare l’opera”. Sono le dichiarazioni del consigliere regionale del Pd Veneto, Andrea Zanoni, che non le ha mai mandate a dire al doge sull’opera pubblica.
“Ma anche su tutta una serie di altri nodi il presidente ha compiuto delle gravi omissioni. Ad esempio ha taciuto sul fatto che, con i gravissimi ritardi accumulati, la Regione nel 2017 poteva recedere dal contratto a norma di legge, magari passando i lavori all’Anas, la stessa alla quale la Giunta Zaia vuole cedere 700 chilometri di strade venete. Non solo: Zaia ha dichiarato che non si trovava un ente terzo per far fare una stima di traffico verosimile e che trovava studi di previsioni di traffico solo di privati. Invece questo ente qualificato e non privato, ovvero Cassa Depositi e Prestiti, c’era ed aveva stimato 15.000 veicoli al giorno, dettaglio non irrilevante che gli ho ricordato in aula”.
Comunicato Stampa Regione Veneto