La scure della Corte dei Conti si abbatte sulla Pedemontana Veneta, che la definisce un progetto a “rischio di fattibilità”. Il corridoio stradale che taglia trasversalmente il Veneto rischia lo stop dei lavori, peraltro a rilento, finendo in un vicolo cieco entro la fine dell’anno.
Le criticità rilevate dalla corte dei Conti soffocano ogni tiepida speranza di vedere ingranare i lavori, sommate al bond da 1,45 miliardi di euro di JP Morgan congelato dai dubbi di Cassa Depositi e Prestiti, non fanno presagire un futuro roseo per il cantiere veneto.
“L’estrema lentezza dell’iter dell’opera, le carenze progettuali, il lievitare dei costi – queste le criticità rilevate nella relazione della Corte dei Conti – L’esistenza di clausole contrattuali particolarmente favorevoli al concessionario e le difficoltà inerenti all’esecuzione dell’opera”.
Una difficoltà di svolgimento dei lavori frutto di una collaborazione tra pubblico e privato che si è fin da subito inceppata: “Non solo non ha portato vantaggi – scrive la Corte dei Conti – ma ha reso precaria ed incerta la fattibilità dell’opera”. Nel frattempo il progetto che ha inciso il territorio veneto, disseminato di cantieri per i 95 km dell’asse della Pedemontana Veneta, ha messo in ginocchio molti privati che si son visti espropriare il terreno, creare sempre maggio
Il progetto dell’infrastruttura che doveva agevolare il traffico verso l’est Europa, far assurgere il Veneto a ponte commerciale, rischia di implodere su stesso e di rappresentare una minaccia per i conti pubblici: “Il ritorno economico e sociale del progetto risulta notevolmente inferiore ai livelli accettabili per la sua finanzi abilità – ha precisato la Banca Europea degli Investimenti (Bei). Ragion per cui, per il momento Cassa Depositi e Bei, si chiamano fuori seppur stiano valutando delle pesanti modifiche al progetto finanziario.
Paola Viero