‘Il project di Santorso è un’eredità della giunta regionale di Luca Zaia, voluto dalla maggior parte di sindaci di destra e sinistra, che hanno sottoscritto il contratto in maggioranza per la realizzazione dell’ospedale unico Altovicentino’. Non ci sta Maurizio Colman, consigliere regionale della Lega, che conosce bene l’argomento-ospedale in quanto all’epoca del suo progetto era sindaco di Piovene Rocchette.
‘Desidero rispondere nel merito a quanto affermato dalla collega Consigliere Guarda. Sebbene sia perfettamente conscio, che parlare di sanità e di modalità di finanziamento di opere pubbliche sia argomento che ha poco appeal e che solo se trattato tramite slogan può suscitare applausi, non posso sottrarmi ad una disamina puntuale su quanto affermato della collega – esordisce Colman – . Credo che i termini della questione sulla modalità di finanziamento della costruzione di nuove infrastrutture, siano esse strade od ospedali, siano state da questa travisare. Desidero ricordare che la sottoscrizione del project financing per la costruzione dell’ospedale unico dell’AltoVicentino sia stata ereditata da questa attuale amministrazione regionale e che nel 2012, a seguito di una apposita normativa statale, siano stati ricalibrati andando a ridurre gli utili per il privato’.
‘Modificando quindi in definitiva i tassi di interesse, come auspicato dalla stessa Consigliera Guarda – continua Colman – . Questa possibilità, lo ribadisco, discende da una normativa statale che è stata prontamente sfruttata e, lo ricordo da Sindaco in quel periodo, salutata con favore da tutti i primi cittadini dell’epoca.
Relativamente poi, al cambio di azionariato relativamente al concessionario, questo non incide sui parametri con cui è stato stipulato il contratto. Sarebbe come allarmarsi perché l’azionista di riferimento della banca con cui si ha stipulato il mutuo per
l’acquisto della prima casa è cambiato e si pensi che questo nuovo investitore in maniera unilaterale possa
modificare il tasso con cui è stato concesso il finanziamento. Credo inoltre che soffermarsi ancora sulla diatriba “favorevoli o contrari al project financing” ci riporti ad una discussione ormai datata e sterile e soprattutto che esula su un aspetto che reputo fondamentale, e molto sentito dalla cittadinanza ossia il livello e la tipologia delle prestazioni sanitarie offerte dal nostro sistema sanitario. Queste risultano indipendenti dallo strumento finanziario a cui si è ricorso in fase di realizzazione dell’opera, questo non significa essere favorevoli o contrari al project, significa solo essere realisti’.
‘Sarebbe desiderio di tutti se si potessero costruire strade, scuole e in generale opere pubbliche senza
ricorrere a nessuno strumento di finanziamento, ma utilizzando le risorse che le nostre amministrazioni
“hanno in cassa”, ma questa si rivela essere allo stato attuale una ipotesi accademica. Solo con il
raggiungimento di una piena autonomia della nostra regione potremmo disporre delle risorse necessarie
per poter passare da ipotesi di scuola ad una positiva realtà. Concludo quindi dicendo che qualsiasi strumento finanziario atto a realizzare opere pubbliche merita una attenta valutazione e un costante monitoraggio, inoltre se la collega desidera impegnarsi per estendere emigliorare la proposta sanitaria, per quanto riguarda la nostra ULSS, ne sono felice e trova da parte mia ampia disponibilità di dialogo’.
Cosa aveva dichiarato Cristina Guarda
“La sanità veneta sta diventando un vero business per i privati. Il sistema degli ospedali costruiti in project financing lo sta dimostrando chiaramente: gli imprenditori, anche esteri, che acquistano quote maggioritarie non lo fanno certo per curare qua pazienti inglesi o francesi attratti dalla qualità del servizio, ma perché ci fanno lauti utili”. È quanto denuncia la Consigliera regionale della Lista AMP Cristina Guarda dopo l’annuncio dell’acquisizione da parte di un fondo legato al gruppo francese Ostrum Asset Management del 59,4% delle quote dell’Ospedale dell’Angelo a Mestre.
“Fa male vedere come simili operazioni vengano mascherate come attrattive. I project financing – aggiunge la Consigliera Guarda – vanno bloccati e ripensati completamente. I contratti di concessione devono essere rivisti, come i tassi d’interesse, i rischi e la gestione, e se non è possibile, allora sia il pubblico ad entrare nella società concessionaria. Costruire quegli ospedali con mutui e una gestione pubblica diretta avrebbe fatto risparmiare alla sanità veneta un sacco di soldi che avrebbero potuto essere impiegati per migliorare i servizi e non, come sta accadendo, generare utili per i privati. La Pedemontana ci racconta la stessa storia, grazie all’ultima convenzione che blinda il concessionario: gli investitori esteri hanno accettato di emettere bond solo perché il rischio dei mancati introiti dai pedaggi è a carico della Regione e quindi dei cittadini. Dobbiamo continuare a denunciare questa politica faccendiera che vuole l’autonomia solo per coprire i costi/buchi ed è pronta a tassare i cittadini, al di là degli slogan ‘mai le mani nelle tasche dei veneti’, per costruire un’infrastruttura che poteva costare la metà. Non è così che si amministra un territorio”.