‘Attese di 12 ore al pronto soccorso, lavori strutturali continui nonostante l’edificio sia stato consegnato dalle ditte appaltatrici circa un anno fa. Personale stanco, che deve fare i conti con macchinari non efficienti, multe salate a chi all’ospedale è costretto ad aspettare indipendentemente dalla propria volontà, diffidenza di utenti che sempre più spesso, ricorrono ad altre realtà sanitarie e medici in fuga, sempre meno disposti a correre rischi professionali. Che le cose all’ospedale di Santorso non funzionano lo sanno tutti, ma fanno finta di niente per compiacere i partiti politici a discapito dei cittadini che pagano profumatamente per un ‘affare’, sul quale si spera la magistratura possa fare luce’. La Cordata di Valter Orsi e il sindacato Usb hanno esordito mostrando le buste, fatte recapitare alla Procura di Vicenza e a quella di Venezia. Quest’ultima sta gestendo la scottante inchiesta sui grandi appalti veneti e sui project financing. Gli esponenti della Cordata ed il sindacato Usb oggi rappresentato da Federico Martelletto e Luc Thibault hanno parlato come un fiume in piena con i giornalisti dell’Alto Vicentino.
‘Vi prego – hanno detto più volte, appellandosi al coraggio che mancherebbe a cittadini incapaci di denunciare per paura e per pudore – scrivete quanto abbiamo raccolto in questi mesi, grazie a dipendenti dell’Ulss 4 (40 sono iscritti a Usb) e a gente comune, che ci ha raccontato della propria esperienza all’ospedale di Santorso. Un ospedale definito come una Ferrari, ma che sarebbe da paragonare ad un 4×4 incapace di percorrere le strade di montagna’.
Valter Orsi stamattina era un fiume in piena. ‘Siamo alle carte bollate e abbiamo scritto persino al Presidente della Repubblica – ha detto alla stampa, che ha incontrato nella saletta del bar-ristorante La Dolce Vita, quartier generale de La Cordata – la direttrice generale Daniela Carraro si rifiuta di confrontarsi con noi, ma andiamo avanti lo stesso con tutti gli strumenti democratici a nostra disposizione’. Il candidato a sindaco di Schio non punta l’indice solo contro la nuova dg, ma tira in ballo forze politiche e istituzionali, colpevoli, a suo dire, di essere compiacenti di quanto deve essere insabbiato per volere dei partiti. ‘Che fine ha fatto il project financing che era stato assicurato ai sindaci?Perchè non se ne parla più? – affonda Orsi – Al primo cittadino di Schio avevamo chiesto ufficialmente di poterlo vedere. Ci ha ignorati. I sindaci lo hanno visto questo contratto? Non devono dimenticare che loro sono ufficiali di governo, ma non stanno facendo gli interessi della collettività’
Quanto denunciato dai rappresentanti della Cordata, che si sono infiltrati per giorni all’ospedale nuovo, raccogliendo le prove di come andrebbero le cose dentro la nuova struttura, che ha unificato il Boldrini ed il De Lellis, fa venire i brividi. ‘Sapete che ci sono ambulanze ferme, per le quali si paga il bollo e l’assicurazione? Sapete che per la carenza di certe figure di pronto intervento, si è costretti a pagare mille euro a volta, per far arrivare gli specialisti di Vicenza? Quanto costa questo ospedale alla nostra comunità? – Luigi Pojer della Cordata è il più agguerrito di tutti ed è proprio lui a chiedere ai giornalisti di ‘scoperchiare il pentolone’, dato che nessuno sembra dare ascolto alle loro denunzie – non ci resta che aspettare che la magistratura faccia il proprio corso. Vogliamo che la verità venga fuori’.
‘Quello che ci raccontano i nostri iscritti – ha detto Martelletto di Usb – non ce lo possiamo più tenere dentro. All’interno dell’ospedale c’è un clima di terrore psicologico. C’è paura a denunciare le cose. I dipendenti però, fanno i conti con una realtà difficile, basti pensare che si tratta di un ospedale per acuti e quindi, questo comporta un lavoro che ti costringe a tenere sempre alta l’attenzione su pazienti che vanno curati con estrema delicatezza. Alcuni reparti sono talmente pieni che si è costretti a dirottare in altri i ricoverati. Per non parlare del pronto soccorso, che andrebbe rifatto di sana pianta.
Queste cose non le diciamo solo noi. Basta andarci per capire’.
di Redazione Thiene on line