Se per il M5Stelle l’inno veneto per il quale si è litigato ieri in consiglio regionale è una clamorosa perdita tempo, per la maggioranza è ‘cosa seria’. Ma il Veneto questo benedetto inno non ce l’avrà e alle cerimonie ufficiali, si continuerà a cantare quello di Mameli. Non è passata ieri la proposta del consigliere Antonio Guadagnini, che si è visto sfumare il sogno schiacciato dalla votazione che ha sentenziato il no. Hanno pesato l’assenza del governatore Luca Zaia e di altri amministratori che avrebbero potuto fare la differenza. 25 voti sono stati troppo pochi, occorreva la maggioranza assoluta. A votare contro, non solo il M5Stelle, il Pd, la lista Moretti, ma anche Fratelli d’Italia di Sergio Berlato e Massimiliano Barison.
“I veneti cantano e continueranno a cantare l’Inno di Mameli”. Così Stefano Fracasso, capogruppo del Partito Democratico commenta invece, la bocciatura dell’articolo 5 del Pdl sulla Modifica della legge regionale statutaria, che, dopo l’accesa discussione, non è passato.
‘Avere un inno sarebbe stato importante e a chi dice che prima dobbiamo attendere l’Autonomia e dopo pensare all’inno rispondo che non sono d’accordo’. Per il neo consigliere regionale Maurizio Colman l’inno veneto ci stava tutto, dopo il risultato storico di un referendum al quale ha risposto massicciamente una regione che vuole essere autonoma e che deve quindi avere anche un inno proprio’.
Ecco perchè Fratelli d’Italia ha votato contro
«Mi sento italiano, veneto e vicentino magnagati e non ho alcuna intenzione di seguire le battaglie venetiste e secessioniste di Guadagnini che almeno ha il coraggio di uscire allo scoperto, mentre i suoi alleati stanno zitti e si nascondono. Voteremo contro. Non ci piace l’idea di un inno dei veneti contrapposto a quello italiano. Ci sono dei valori non negoziabili in politica.Noi ci sentiamo italiani a tutti gli effetti».
Per Forza Italia, l’assessore Elena Donazzan al momento del voto era fuori dall’aula, mentre Massimo Giorgetti si è astenuto.
N.B.