I sindaci della Valle preferiscono difendere i loro partiti o la loro terra? E’ il quesito che pongono i membri del comitato ‘No Valdastico Nord’, il giorno dopo l’ok del Cipe al prolungamento della A 31 da Piovene Rocchette a Lastebasse per un costo di 891 milioni di euro. Che utilità avrà questo tratto autostradale? Perchè devastare il territorio cementificandolo e spazzando via aziende agricole, con la conseguente perdita di posti di lavoro? ‘Cosa ci sia di funzionale nel collegare Piovene che conta circa 8mila abitanti a Lastebasse che ne conta 228 lo sa solo il Cipe’ – dichiarano gli esponenti del gruppo che cerca di far ascoltare la propria voce.
Il comitato della Valle schierato per il No all’opera pubblica che trova inutile, teme per il futuro di un territorio dalle bellezze straordinarie. Territorio che, se la A 31 si farà, diventerà un cantiere a cielo aperto, sotto gli occhi di quei sindaci che hanno dato il loro benestare e che se proprio non lo hanno fatto in maniera eclatante come il primo cittadino di Piovene che quantomeno ha mostrato una linea sempre coerente, si sono trincerati dietro atteggiamenti ambigui, che hanno però consentito a chi vuole l’autostrada di andare avanti. Al comitato si aggiunge il coro compatto del gruppo sportivo e ricreativo di Casale, che ha raccolto migliaia di firme, dopo la scoperta di un tracciato che porterà conseguenze dirette al comune di Cogollo del Cengio, la cui amministrazione ha risposto con un ricorso al Tar.
La Valle è in subbuglio, gli abitanti della zona sono preoccupati di quello che li attende e non ci stanno a vedere trasformata la terra a loro tanto cara in un cantiere che squarcerà montagne e case, magari costruite con i sacrifici di una vita. Il braccio di ferro continua perchè da parte del fronte del No c’è la volontà di portare avanti una battaglia, fatta di informazione a tappeto. Quella che dovrebbe convincere chi si è fatto l’idea che l’opera pubblica porterà benessere e sviluppo a cambiare opinione, sulla base di punti fermi, come quella della struttura economicamente ed energeticamente non sostenibile. Su questo punto, oltre al comitato No Valdastico Nord e al Gruppo di Casale, sono scesi in campo anche i ‘grillini’, che proprio nella valle hanno fatto il boom di voti alla scorsa tornata di elezioni politiche. Segno eclatante questo che la dice lunga sul fatto che non è vero che la maggior parte degli abitanti della zona, l’infrastruttura la vuole.
di Redazione Thiene on line