Piaccia o non piaccia, se la Lega oggi è al 34% è grazie al suo leader nazionale Matteo Salvini, che con un progetto nazionale ha portato il partito della Padania ad essere il primo dello Stivale.
Probabilmente questo non è ancora chiaro a qualche leghista della prima ora, le cui recenti dichiarazioni gli sono costate care per aver detto al Mattino di Padova di non essere disposto ad iscriversi ad una Lega che ha eliminato la parola nord.
Dopo le dichiarazioni di colui che oggi fa l’imprenditore a Fara Vicentino, coltivando lavanda, la parola l’ha preso, sullo stesso quotidiano, un pezzo da novanta della Regione Veneto. E’ Roberto ‘pittbull’ Marcato, assessore allo Sviluppo Economico, che ha replicato senza giri di parole, come nel suo stile da sempre: “Non sono affatto preoccupato, il Veneto è sempre stato un laboratorio e la Lega alle regionali di maggio trionferà con un risultato che passerà agli annali della politica. Non abbiamo paura di nessuno – ha dichiarato al giornalista Albino Salmaso – Rispetto le opinioni di tutti, anche quelle di Marino Finozzi, ma trovo sbagliato criticare un partito dopo averlo abbandonato. Con il rancore e la vendetta si fa poca strada”.
Marcato ha quindi ricordato i momenti di tensione vissuti da lui in prima persona contro i vertici veneti del partito.
Non si può però dare dell’incoerente nemmeno a Finozzi, che seppur accusato dai pettegoli di essersi dimesso per intascarsi un lauto vitalizio che gli consente un buon tenore di vita, non esita a dichiarare ai giornali ciò che pensa.
In mezzo i leghisti, che indossano ancora magliette che rivelano chiari i loro sogni secessionisti, con i quali fanno propaganda sui loro profili social, ma che senza battere ciglio si tesserano e pagano la quota con cui Salvini si paga la campagna elettorale e le trasferte in ‘terronia’.
A.B.