Negli anni ha sempre preferito mantenere un profilo basso. Dice che alle comparsate sui giornali, con cui qualcuno crede di far presa sulla gente, preferisce fatti concreti, come quelli compiuti all’interno della Comunità Montana. Quella che ha presieduto per ben otto anni, con successi e posti di lavoro, con rigore e sacrificio, al quale lui stesso si è sottoposto, riducendosi l’indennità di carica dell’80% dal 2005 ed azzerandola nel 2007.
Francesco Munarini esce allo scoperto. Fino ad ora ha lasciato parlare gli altri. Ora non ci sta più a sentire menzogne e tuona:’ Hanno posto in atto una forma di assenteismo strisciante perché stavo alle costole dei sindaci che non volevano pagare i debiti accumulati negli anni, la scelta delle dimissioni è stata la conseguenza della mancanza del numero legale dei consiglieri alle convocazioni dei gonsigli’.
Cifre da capogiro quello elencate da Munarini, che racconta di aver lottato strenuamente per recuperare quelle somme. Mostra le carte l’ex presidente, per dare prova che quanto sostiene è vero e chiunque impallidirebbe dinanzi a quei documenti, dove nero su bianco compaiono numeri che si fa fatica ad accostare a paesi che contano poco più di mille abitanti. Ne bastano due: 370mila euro il credito saldato dal Comune di Valdastico per servizi della Comunità montana che andando a chiedere ai cittadini del minuscolo comune della carta geografica, non riescono a comprendere. 327mila euro invece, il debito accumulato dal comune di Cogollo del Cengio. ‘La verità è che dopo aver depauperato le risorse – spiega Munarini, che dice di essere fortemente preoccupato per le sorti di un Ente che è stato in grado di realizzare ben 12milioni di opere pubbliche come malghe, pozze per l’abbeveraggio, fognature, impianti funiviari per il turismo invernale, impianti di sollevamento acqua per uso umano, ma soprattutto ha garantito servizi sociali e culturali – mi hanno boicottato. Mi hanno fatto una guerra studiata a tavolino per farmi pagare il fatto che ho preteso la restituzione di soldi pubblici, che stavano facendo fallire una realtà che conta dei posti di lavoro, che rappresenta un punto di riferimento per la vallata. Si sono vendicati togliendomi la presidenza e dandola a Riccardo Calgaro, che adesso voglio vedere come gestirà la Comunità montana. L’intento era quello di spodestare me, che ho gestito la Comunità montana con serietà e con la trasparenza. Al servizio della collettività’.
Munarini ricorda quando circa un anno e mezzo fa, fu costretto a rivolgersi al sindaco di Verona Flavio Tosi, che prossimo ad un incontro pubblico a Valdastico per parlare dell’Imu, sollecitò il sindaco debitore Alberto Toldo perché emettesse quanto dovuto alla comunità montana. ‘Così, riuscimmo ad avere una tranche di 150mila euro. Grazie a Tosi che riuscì ad ottenere quel pagamento, che io avevo implorato di avere per mesi. Toldo ebbe paura che Tosi disertasse l’incontro pubblico e sganciò nel giro di un paio di giorni’.
‘Voglio proprio vedere cosa saranno in grado di fare – conclude Munarini, che dice di non avercela con nessuno, ma di essere sinceramente preoccupato per il futuro della Comunità montana – i problemi ci sono sempre stati negli anni, la tendenza a coltivare i propri orticelli comunali pure, ma un tempo, le cose si risolvevano in maniera diversa. Le beghe si affrontavano con lealtà e soprattutto tra ‘galantuomini’. Tutta questa vicenda avrebbe potuto concludersi in maniera ben diversa, senza interrompere il lavoro a discapito di una collettività, che avrebbe dovuto venire prima degli egoismi personali’.
N.B.
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