Davanti ad una sala gremita da un centinaio di persone attente e determinate a non tacere più, hanno parlato: Pietro Veronese, presidente di Communitas di Schio, Claudio Rizzato, già consigliere regionale ed esperto della Sanità, Giampaolo Bergamin e Alfredo Agostini. Grandi assenti i sindaci che hanno lasciato la prima fila vuota con la sensazione che ancora una volta il mondo politico si defila davanti alle responsabilità e non ritiene opportuno metterci la faccia con i suoi elettori.
Il tema è ormai noto: le criticità dell’ospedale nuovo causate da un esagerato impegno finanziario che regione e Ulss hanno sottoscritto con un contratto di project financing e che, secondo l’opinione di molti, toglierà risorse finanziare ai servizi sanitari. Ma ciò che emerso ha presto assunto una sfumatura di nuovo grazie ad interventi mirati e a numeri che non lasciano spazio ad interpretazioni soggettive. Quasi 7 milioni di canone annuale di affitto di immobile, arredi e computer, 4 milioni per il noleggio delle attrezzature sanitarie, oltre ai canoni per i servizi appaltati al concessionario. Cifre esorbitanti per una struttura sanitaria che alla fine della fiera rimane di proprietà dei privati fino alla scadenza del contratto. ‘E quando ci verrà consegnata – ha commentato Alfredo Agostini – sarà ormai da rifare da vecchio e decaduto che sarà. Ma chi si comprerebbe una casa con queste clausole?. E poi – ha concluso – se io avessi presentato un progetto così all’esame di laurea mi avrebbero cacciato a calci nel sedere’.
E’ chiaro che essendo un dibattito voluto dal Pd e con una campagna elettorale incandescente, non ci sarebbe stata pietà per chi è al governo del Veneto ormai da anni e c’era da aspettarsi che si inneggiasse ad un voto che alle prossime elezioni porti in carica la sinistra. Ma indipendentemente dai colori politici, da quanto è emerso ieri sera la Lega ne è uscita veramente a pezzi. Complice il noto servizio di Report a tema ‘la finanza e il progetto’e la figura che ne esce di Giancarlo Galan, ex governatore della Regione, definito il punto di partenza del project financing in Veneto. ‘Il project è nato in Gran Bretagna – ha spiegato Rizzato – e lì è già morto da un pezzo perché economicamente non si può sostenere’.
Pietro Veronese battaglia da anni per avere accesso al contratto e per aiutare i cittadini veneti a riappropriarsi della loro Sanità. ‘Non siamo stati contro l’ospedale nuovo – ha spiegato – eravamo e siamo contro il project financing. I sindaci si sono defilati anche di fronte allo svuotamento della Sanità pubblica a favore dei privati. L’Ulss veneta ha sempre ricevuto meno delle altre e ha sempre garantito di più, è inaccettabile la situazione attuale. La Regione taglia la sanità – ha concluso – ed è ora che i politici si muovano con coraggio per mettere un freno a questo scempio’.
Anche Giampaolo Bergamin non ha lesinato sulle accuse: ‘con queste opere pubbliche si garantisce la formazione del debito pubblico. Nei paesi anglosassoni si privilegiava l’interesse pubblico e il privato ci metteva il suo rischio d’impresa. Qui avviene il contrario: il rischio è tutto del pubblico e il privato ha talmente tante garanzie che non ha nessun rischio. Tra non molto l’Europa ci chiederà conto di questa gestione finanziaria e sarà la volta che ci troveremo faccia a faccia con quello che è successo alla Grecia’.
A. Bian.