RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO da Coalizione Civica di Schio
Una delle poche cose che forse abbiamo imparato in questa fase di emergenza Covid è che dovrebbe parlare di argomenti tecnici prioritariamente chi si occupa di quelle questioni. Dunque di virologia chi dovrebbe parlarne: un gommista? Un idraulico? Con tutto il rispetto per gli uni e per gli altri.
Allo stesso modo crediamo che se un primario di Cardiologia decide di buttare il cuore oltre l’ostacolo parlando di un problema reale e concreto (l’indebolimento del suo reparto a Santorso), vada quantomeno ascoltato e non rimbrottato pubblicamente come ha fatto il commissario Simoni. Perfino partiti come Fratelli d’Italia che fino all’altro giorno hanno contributo ad affossare il nostro ospedale (approvando tutte le scelte dal project financing in giù) ora si rendono conto che c’è uno squilibrio tra il nostro ospedale e quello di Bassano. Fratelli d’Italia tra le cui fila milita l’assessore Donazzan, bassanese doc, che più di ogni altro politico ha spinto per la fusione per incorporazione della vecchia Ulss alto vicentino. Forse dovrebbero chiarirsi le idee al loro interno: oppure per loro la politica è furbizia nel difendere un giorno l’alto vicentino e un altro il bassanese? È questa la loro visione politica? Per noi si tratta di mero opportunismo.
Il punto è che c’è una legge liberticida che impedisce ai professionisti della sanità (e non solo) di parlare pubblicamente su cose attinenti il loro ambito lavorativo: crediamo dunque che questo passaggio della legge “Brunetta” del 2009 vada al più presto abolito. Non è pensabile che gli operatori sanitari non possano denunciare le carenze che spesso in questi giorni sono costate la vita a molti di loro in tutta Italia.
La questione politica del diritto di parola degli operatori sanitari non è più rinviabile. Siamo convinti che di ciò ne gioverebbe in primis proprio la politica, quella con la P maiuscola perché sarebbe costretta a confrontarsi con persone competenti che lavorano sul campo e metterebbe i dirigenti che stanno dietro le scrivanie e sono nominati dai politici davanti a un bivio. O rispondere alle esigenze dei cittadini (di cui certamente chi opera si fa carico) o rispondere alle esigenze di chi li ha nominati. Basti pensare che negli anni scorsi nemmeno nella commissione sanità del comune di Schio i medici hanno potuto parlare, per cui nemmeno i politici che si occupano di sanità hanno potuto sapere come venivano prese (e su quali basi tecniche) determinate scelte.
Ecco, il commissario Bortolo Simoni crediamo che dovrebbe fare ammenda per aver messo a tacere in modo stonato un primario così apprezzato. Inoltre, si dovrebbe anche chiarire le idee visto che l’atto aziendale contraddice quello che più volte lui stesso ha detto. Quando ha detto che tutto a Santorso sarebbe tornato come prima (solo due mesi fa) o mentiva o oppure prendeva tempo, sapendo già che gli ordini “dall’alto” erano quelli. In tutti e due i casi, se non farà ammenda come crediamo, sarebbe opportuno che nei prossimi mesi, a emergenza terminata, facesse un passo indietro. Sappiamo bene che essendo un esecutore verrebbe sostituito da un profilo simile: d’altronde si sa che la Lega e Mantoan vogliono “direttori operai” che eseguono pari pari.
In tutto questo abbiamo registrato fino a ieri il silenzio assordante del sindaco Orsi, che in questi ultimi mesi è scomparso. Le schede ospedaliere sono la base dei servizi di un territorio: se n’era dimenticato? La promessa che tutto torni come prima a Santorso è fuorviante: prima non andava bene, deve migliorare! E la colpa non è certo di chi ci opera tra mille difficoltà.