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Marano. Conclusi i lavori di pulizia dell’alveo del torrente Timonchio. Moro: ‘Basta rischi idrogeologici’

L’essenziale scorrere di un fiume può dare un grande insegnamento sulla cura necessaria del territorio. È la storia del torrente Timonchio che attraversa Marano e che non è stato risparmiato dalle conseguenze dei cambiamenti climatici che quotidianamente vediamo sull’ambiente che abitiamo. Nel luglio 2014, infatti, in seguito a forti piogge sulle Prealpi nella zona Summano-Novegno, una grande quantità d’acqua si era riversata a valle, proprio nel corso del Timonchio. La zona più colpita era stata quella del ponte di via Pasubio, dove si erano depositati detriti e materiale ghiaioso.

L’ufficio tecnico del Comune e la Protezione Civile, in seguito a un sopralluogo, avevano subito segnalato le criticità al Genio Civile – l’alto livello dell’acqua, l’erosione degli argini, la presenza di alberi e il rischio di allagamenti – e il Comune aveva richiesto un pronto intervento di controllo delle sponde e della manutenzione dell’alveo, per garantire lo scorrimento dell’acqua.
Da allora è iniziato un percorso che oggi segna una tappa fondamentale, con la conclusione dei lavori di pulizia dell’alveo del torrente.
“A due anni di distanza, siamo finalmente riusciti a portare a termine i lavori di pulizia e ripristino dell’alveo del Timonchio”, spiega il sindaco, Piera Moro.
“Grazie all’impegno del Genio civile abbiamo messo in sicurezza l’area e il nostro paese, riuscendo a dare una risposta alle forti preoccupazioni che la piena ci aveva dato, per il rischio che ci fosse lo straripamento del torrente”.
Inizia da oggi una nuova fase di programmazione, per avviare lo sfalcio e il recupero degli alberi cresciuti lungo il greto del torrente. “Ricostituiremo la squadra della Protezione civile che, con l’inizio della primavera, andrà a intervenire proprio su quell’area – continua il sindaco -. Lavorare con in un’ottica sistemica è fondamentale per occuparci della cura del territorio e affrontare le criticità che i cambiamenti climatici ci stanno presentando. Siamo i primi responsabili di questi stravolgimenti ambientali: per questo è importante affiancare all’intervento dei tecnici e degli esperti un lavoro quotidiano di sensibilizzazione e diffusione di pratiche virtuose che coinvolgano l’intera comunità. È questa la direzione che seguiamo, per la cura della casa comune che solitamente chiamiamo terra”.