“Stiamo vivendo una sorta di Rinascimento della sanità, la sanità era uscita dall’agenda della politica, il Covid ha fatto sì che la sanità si prendesse la sua vendetta. Nel 2024 arriveremo ad avere 28 miliardi aggiuntivi: tutto quello che è stato tolto lo riavremo indietro nella sanità. Ora c’è una grande responsabilità, da un parte il Pnrr mette i soldi e il governo mette le risorse per la spesa corrente, nel mezzo dobbiamo inserire un modello organizzativo. Su tutto questo dovranno entrare in campo i direttori generali, di distretto, per questo investimento che è culturale innanzitutto, oltre che organizzativo”. Così Domenico Mantoan, direttore generale di Agenas, intervenendo all’incontro ‘La casa come luogo di cura’.
“Ci siamo lamentati del Dm70 che però ha portato un po’ di ordine nella rete ospedaliera, che ha portato la divisione tra hub e spoke, difficile da concepire all’epoca, c’è stata però la grande incompiuta: il territorio- ammette Mantoan- È stato fondamentale ripensare e colmare l’incompiuta con la casa della comunità, che sarà un hub, intorno vi saranno le case di comunità spoke, e potranno anche esserci gli ambulatori”. Per il direttore generale di Agenas “questo significherà che la casa di comunità sarà un luogo fisico che i cittadini riconoscono. Quando si chiudeva un ospedale, per quanto scalcagnato, si creavano i comitati dei cittadini contro la chiusura. Adesso abbiamo l’occasione di dare ai cittadini un luogo fisico aperto sette giorni su sette e che si prendono in carico il problema del cittadino anche immediato. Si dovrà prendere in carico una comunità”.
“I medici di medicina generale, peraltro, avranno un aiuto sia organizzativo che burocratico, oltre agli infermieri di famiglia. Una situazione quindi di sviluppo che ci porterà ad un livello ancora più apprezzato. Anche l’agenda dei medici di base deve essere nelle mani dei direttori generali delle Asl, solo così si potrà lavorare sul nuovo modello organizzativo- rimarca Mantoan- Quando avremo avviato il modello ci sarà da fare un grande lavoro culturale, credo siano tutti consapevoli della grande sfida, tutti stanno facendo qualcosa per cambiare ciò che non si è cambiato in venti anni. Bisogna prepararsi, tutti, per attivare il cambio di organizzazione e anche sociale”, conclude Mantoan.