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M5S . “Sui Pfas chiederemo lo stato di emergenza”. La minoranza stringe la morsa alla giunta Zaia “ci dica la verità e collabori”

Se la giunta Zaia fa catenaccio sulla questione Pfas in Veneto, i consiglieri  di minoranza continuano col loro pressing  affinché emerga la verità sulla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche,  che interessa 400 mila veneti di 79 comuni tra le province di Padova, Vicenza e Verona. Ma che potrebbe avere conseguenze ben più allarmanti, considerando che molti prodotti alimentari veneti finiscono sulle tavole di tutta Italia.

Oggi i rappresentanti della Regione  si troveranno ad affrontare l’emergenza Pfas. Una seduta straordinaria  richiesta dai consiglieri Guarda (lista Moretti) Zanoni (Pd) e Brusco (M5S), ma condivisa dall’intera minoranza. Le mozioni che verranno presentate torneranno a battere la questione a cui finora la giunta Zaia ha sempre risposto in modo vacuo, generando più confusione che altro. Sommariamente verrà chiesto ‘lo stato delle cose’, ovvero la portata della criticità e quanto finora è stato fatto nonché con quale criterio è stata affrontata questa emergenza.  Verrà inoltre chiesto alla giunta regionale  con quali   mezzi, oltre che economici, la  intende affrontare.

“Come M5S porteremo all’ordine del giorno punti salienti e fondamentali” , spiega Manuel Brusco consigliere regionale e portavoce M5S Veneto “Vengano resi pubblici i dati del biomonitoraggio che la Regione ha fatto condurre sui 600 veneti, presi a campione per età e per zona colpita, chiedendo come mai a distanza di un anno da quando è partita la campagna questa non è stata ancora conclusa; l’estensione della task force annunciata dalla giunta con incarico a professionisti ed esperti indipendenti che operano nel settore della tutela dell’ambiente, in modo da garantire trasparenza e una maggior efficacia nelle analisi, definendo un protocollo chiaro e definito sui metodi di prelievo e campionatura; chiederemo alla Regione di costituirsi parte civile e penale contro chi ha responsabilità con richiesta di risarcimento dei danni; chiederemo inoltre il riconoscimento dello stato di emergenza affinché alla regione Veneto vengano riconosciuti dei fondi governativi o comunitari a copertura delle spese”.
Brusco ci tiene a sottolineare che la richiesta di collaborazione dei consiglieri di minoranza è unanime, volta alla tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini al di là di ogni colore politico, ma che tutto avvenga alla luce del sole per evitare interpretazioni distorte del caso Pfas , sintetizzando “Ai cittadini serve verità e chiarezza” .

L’ esposto in procura a Venezia

 Nei giorni scorsi una delegazione del M5S composta del senatore Enrico Cappelletti, del deputato Marco Brugnerotto, dei consiglieri regionali Jacopo Berti e Manuel Brusco, del sindaco di Sarego, Roberto Castiglion, dell’assessore all’ambiente del Comune vicentino Flavio Zambon e della consigliera comunale di Montecchio Maggiore Sonia Perenzoni, ha presentato alla Procura di Venezia un esposto contro la commissione tecnica regionale sui Pfas “Affinché vengano accertate eventuali responsabilità nei confronti dei dirigenti regionali che compongono la commissione tecnica sui Pfas” spiega la consigliera di Montecchio Maggiore, Sonia Perenzoni  “Questa commissione si occupa dal 2014 di questo problema, ma è ancora al punto di partenza pur avendo speso tempo e 500mila euro”.

 “Abbiamo fatto quattro interrogazioni parlamentari al Ministro dell’ambiente e della salute” precisa Cappelletti “Cosa sta facendo il Governo per tutelare i cittadini coinvolti in questo disastro? Vogliamo risposte precise”. Il Capogruppo in Regione, Berti, conclude: “400mila veneti e 79 Comuni della nostra Regione sono toccati direttamente da questo problema. I cibi contaminati sono arrivati in tutta Italia, è un’emergenza nazionale. Non molliamo un centimetro, andremo fino in fondo a questa vicenda”.

 

Una presunta emergenza che potrebbe assumere proporzioni catastrofiche a detta di chi sta cercando di attirare l’attenzione su quanto sta accadendo in Veneto, se si pensa che tramite la filiera alimentare molti dei prodotti veneti finiscono nelle case di tutta Italia, soprattutto per quanto riguarda  pesce e uova come parere del febbraio scorso dell’Istituto superiore della sanità del febbraio scorso, rilevando situazioni di potenziale criticità.
Sperando non sia l’ennesimo caso di tanto rumore e pochi impegni, ma venga messo a servizio della giustizia ogni singolo strumento legislativo, ogni singola azione politica e che i costi non ricadano sulla popolazione, dopo averne pagato in salute.

Paola Viero