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M5S: ‘ In Veneto conviviamo con un inquinamento ambientale che la politica non combatte’

L’ombra dell’ecomafia in Veneto che nessuno contrasta. Non usa giri di parole l’on. Silvia Benedetti portavoce per i cinque stelle in commissione agricoltura per denunciare l’emergenza sanitaria e ambientale che grava sul Veneto “In Veneto si muore a causa dell’inquinamento sostenuto da un’ecomafia di cui non si parla, un disastro ambientale che non è percepito”. Non dalla gente, ma dalla politica.
Le pesanti accuse che la grillina lancia ad un governo che non si muove giungono dopo la visione del documentario “Bandiza- Storie venete di confine” del regista Alessio Piovese, proiettato alla Camera dei Deputati in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche principali realtà che lottano da anni in Veneto per ridare ai suoi abitanti ciò che è stato distrutto in nome di uno sviluppo insostenibile. Portavoce delle associazioni presenti è stata  Elisabetta Gobbi, figlia di Sergio Gobbi morto un anno fa per un tumore legato all’inquinamento della sua terra balzata agli onori della cronaca per il caso Pfas e che negli ultimi anni combatteva per fermare l’inquinamento. Elisabetta sta continuando la battaglia iniziata dal padre per un territorio libero dai veleni, chiedendo al governo che inverta la rotta  in difesa dei beni comuni.

A chi non è veneto il termine “bandiza” poco dice, ma forse anche i giovani veneti non lo conoscono, essendo un modo di dire in uso di qualche generazione passata. Bandiza era il termine che in passato si dava al confine fra due province del Veneto, il punto di fine e di inizio di due racconti, la scelta da che parte stare, la linea che divide il buono dal non buono, la frontiera che se valicava faceva diventare la persona un “bandito”. Quello che oggi chiedono i grillini appunto a un mondo politico che si dimostra troppo indifferente “Chi è oggi il bandito? Chi sta dalla parte del cittadino o fa finta di esserlo?”.

Durante la conferenza stampa tenuta in Sala Tatarella sono inoltre stati resi pubblici da parte dell’Ispra (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) gli ultimi dati nazionali dell’inquinamento delle acque a cause dei pesticidi, con particolare attenzione per la realtà veneta. Il quadro emerso è allarmante: in Veneto i tumori dei bambini dai zero ai quattro anni sono il doppio della media europea, nella sola Ussl7 l’aumento dei nuovi casi di tumori è il doppio delle morti per cancro. Nelle analisi delle acque superficiali e sotterranee sono stati rilevati residui di pesticidi,per un totale di 1216 campioni con 99 sostanze cercate che come emerge dal dossier di Ispra “E’ abbondantemente sopra la media nazionale”.

“Il Veneto è al primo posto in Italia per giri di affari delle ecomafie – dichiara la Benedetti – Con 5 aree artigianali per comune, 1500 zone industriali, la concentrazione di 1/5 dei supermercati italiani, una superficie agricola che diminuisce sempre più, coperta dal cemento, con conseguenze idro-geologiche devastanti per il territorio”.

Su tutto in ultima in Veneto si è aggiunto il caso Pfas, scoppiato nelle mani della giunta di Zaia dopo tre anni di denunce dell’Isde, che molto da fastidio innescando lo scarica barile tra Regione e Stato: manca una normativa che fissa i limiti di concentrazione delle sostanze perfluoroalchiliche, il monitoraggio condotto su un campione di veneti interessati è risultato essere limitativo, la filiera alimentare non è stata ampiamente considerata. Da questi punti è partita la proposta di legge che il M5S ha presentato già dal 12 aprile “E’ necessario che il governo intervenga e attui la legge del M5S che finalmente colma un vuoto normativo imperdonabile a causa del quale il Veneto si trova in una situazione gravissima” conclude l’on. Benedetti.

Paola Viero