AltoVicentinOnline

L’Ulss 4 sgomita in Regione: “Azienda Zero a Montecchio, sede a Thiene, project in bilancio”

Ce la sta mettendo proprio tutta Robertino Cappozzo, presidente della conferenza dei Sindaci dell’Ulss 4 e sindaco di Lugo di Vicenza, per far valere ragioni e virtù dell’azienda sanitaria dell’Alto Vicentino agli occhi della Regione Veneto.

Semplice il motivo: la Regione, a oggi, continua a non mettere in bilancio i 16 milioni del project financing dell’ospedale Alto Vicentino e la fusione delle Ulss 3 e 4 nella numero 7 della Pedemontana, minaccia, per una questione di prevaricazioni politiche, di far prevalere Bassano su Santorso, inglobandone le eccellenze e  spostando uffici e posti di lavoro.

Con a capo Cappozzo, i sindaci dell’Ulss 4 si sono rivolti direttamente al governatore Luca Zaia, all’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, al presidente del consiglio Roberto Ciambetti, ai capigruppo del consiglio regionale veneto e al consigliere Marino Zorzato.

“Ci sono alcuni passaggi nel Pdl 23 (riforma sanitaria) che preoccupano i sindaci dell’Ulss 4 – ha sottolineato Cappozzo – Abbiamo voluto precisare che nella costituzione dell’Ulss 7, non si dovrà rinunciare al livello di qualità dei servizi che caratterizzano la nostra Ulss, che non dovranno subire disagi o tagli. Nel  nuovo progetto, si parla di soppressione dell’Ulss 4 e incorporazione nell’Ulss 7, ma questa terminologia ci fa paura. L’Ulss Alto Vicentino è da sempre eccellenza. Siamo precursori nel fare proposte alla Regione – ha continuato Cappozzo – nella medicina di gruppo e di territorio e nella realizzazione di un ospedale per acuti. Essere i primi a volte significa azzardare, ma visto che abbiamo sempre saputo tenere e migliorare i servizi, non vogliamo rischiare di fare passi indietro”.

Dopo aver saputo che le intenzioni della regione prevedono la sede centtrale dell’Ulss 7 a Bassano, è ora ufficiale la richiesta dei primi cittadini di usare invece l’ex ospedale Boldrini di Thiene, visto che la struttura è stata messa a nuovo da poco, ha spazi adeguati che consentono a tutto il personale amministrativo di essere efficiente ed è facilmente raggiungibile grazie allo sbocco autostradale. “Questa scelta porterebbe molti vantaggi – ha spiegato Cappozzo – La struttura è centrale, fruibile, con ottima distribuzione degli spazi e parcheggi. Si risparmierebbero soldi che potrebbero essere riversati nel sistema socio-sanitario”. E secondo i sindaci dell’Ulss 4, anche l’Azienda 0, nuovo ente che monopolizzerà la Sanità veneta, potrebbe avere sede nell’Alto Vicentino. A Montecchio Precalcino per la precisione, nel centro Servizi di via Europa, in una struttura disponibile e facilmente e adatta ad accogliere tutte le funzione che l’Azienda Zero andrà a svolgere.

Incertezza da parte di Cappozzo e dei Sindaci dell’Ulss 4 in merito ai soldi da sborsare ogni anno per il project financing, sottoscritto tra Regione ed enti privati per costruire l’ospedale di Santorso.

“A oggi la Regione non ha mai messo a bilancio i 16 milioni di euro che deve sborsare annualmente per il contratto di project financing”, ha spiegato Cappozzo. Una prassi che non piace ai sindaci, perché per il momento Venezia garantisce il pagamento dell’onere, ma in un futuro non si sa mai. “Regione Veneto ci ha sempre dato i soldi per il project – ha commentato Cappozzo – Certo, li abbiamo dovuti chiedere, non erano una spesa fissata a bilancio e questo mi preoccupa un po’, perché penso che i project dovrebbero rientrare nel bilancio regionale”.

Ma come vivono la creazione dell’Azienda Zero i sindaci dell’Ulss 4?

“Siamo preoccupati perché un’azienda unica significa monopolio indiscusso – ha detto Cappozzo – Ci va bene quando si tratta di gestione burocratica, di unificazione dei concorsi e dei costi. Potrebbe però porsi il problema di ‘annientare’ il mercato, a causa del monopolio degli acquisti. E comunque il miglior prezzo non garantisce la migliore qualità. L’Azienda Zero – ha concluso Cappozzo – deve gestire le problematiche e puntare alla razionalizzazione dei costi senza ripercussioni sui servizi. Deve però rimanere fuori dalla governance politica”.

Anna Bianchini