Sabato 13aprile alle 9.30 in Piazza Duomo a Schio l’Enpa (Ente nazionale protezione animali) organizza un sit-in con un obiettivo ben preciso: far capire agli amministratori che l’unica soluzione per prendersi cura in modo adeguato degli amici pelosi e randagi è avere un canile pubblico gestito da un’associazione animalista riconosciuta.
Alla manifestazione prenderà parte tutto il mondo animalista, con il Coordinamento Protezionista Vicentino al gran completo. Enpa, Lav, Lac, Lipu e Movimento Una fanno fronte comune e scendono in campo compatti per manifestare il proprio dissenso verso le decisioni del Presidente della Conferenza dei Sindaci Alberto Toldo che a loro dire ‘dimostra ancora una volta di non voler ascoltare chi si occupa di animali senza fini di lucro’.
Il sit-in sarà silenzioso per rappresentare l’impossibilità degli animali di comunicare il loro dolore e la loro costrizione a subire le decisioni degli ‘amici’ umani. ‘Chiediamo ai cittadini di supportarci nelle nostre battaglie – spiegano Fabiola Bertoldo e Federica De Pretto, rispettivamente Presidente e Direttivo di Enpa Thiene – Solo chi è capace di aprire l’anima ai soggetti più deboli può comprendere il dolore degli animali’.
Enpa e le associazioni animaliste sono determinate a farsi ascoltare questa volta. ‘Non abbiamo ricevuto ascolto quando lo abbiamo chiesto – spiegano Bertoldo e De Pretto – non siamo nemmeno stati ricevuti. Il canile di Piovene Rocchette è stato finalmente chiuso ma il problema non è stato risolto perché i randagi sono stati affidati al Real Summano di Schio, canile per il quale abbiamo più volte sollevato le nostre perplessità. Il canile in questione – continuano – ha svolto da luglio 2010 la funzione di canile rifugio ma nella metà del dicembre scorso ha improvvisamente trasferito i cani ospitati in un’altra struttura a 50 km di distanza senza dire nulla ai volontari che li stavano seguendo. Erano prevalentemente cani anziani o cani con problematiche comportamentali, cani che avevano trovato l’unico riferimento nei volontari che al loro recupero avevano dedicato tempo ed energie, ottenendo risultati insperati dato lo stato fisico e psicologico in cui erano arrivati dal canile di Piovene Rocchette. Li abbiamo cercati e li abbiamo ritrovati, ora sono in buone mani, ma la nostra lotta non è finita. I cani sono tornati a Schio, nel canile che non aveva partecipato al bando pubblico in ottobre. Lo stesso canile che aveva scaricato i nostri cani come scarpe vecchie. Ora ricomincia la sua attività con la veste di canile sanitario anziché con quella di canile rifugio. Cambia il nome ma non cambia la sostanza. I gestori sono sempre gli stessi: quelli che hanno mandato un volontario al Pronto Soccorso con una prognosi di 8 giorni perché aveva osato fare un’osservazione su un loro comportamento discutibile, quelli che avevano cani denutriti (abbiamo i certificati medici e decine di testimonianze di famiglie adottanti), quelli che vietavano ai volontari di dare un biscottino ai cani perché se i cani mangiano poi sporcano, quelli che negavano ai cani una coperta quanto le temperature arrivavano a -15 gradi o che chiudevano il canile per andare in vacanza senza avvertire. Ne abbiamo viste e documentate di tutti i colori in quel canile nei nostri due anni di volontariato: cani in gabbie esterne con una piccola tettoia che di certo non era sufficiente a proteggerli dal freddo e dalla pioggia, cani costretti a leccare il ghiaccio per abbeverarsi, cani anziani con i ghiaccioli attaccati alla barba o ancora sotto il sole cocente di agosto con l’unica ombra data dalla misera cuccia. Come possiamo accettare che queste persone gestiscano i nostri animali ora? Diciamo nostri animali perché ogni randagio ci entra con prepotenza nel cuore, lo amiamo come uno dei nostri animali di casa, forse anche di più, perché sappiamo che per lui non c’è un pasto caldo, una cuccia morbida, una coperta, una carezza e una passeggiata tutti i giorni e questo ci devasta nello spirito, ancora di più se pensiamo in che mani sono’.
Presidente e Direttivo di Enpa denunciano un diretto colpevole. A Loro dire è Alberto Toldo il responsabile che vieta ai volontari di svolgere la loro attività e ha dato disposizione a chi gestisce il canile di allontanare chi vuole prendersi cura dei cani. ‘La signora Battistello – sottolinea Enpa – non ha capito che il diritto ci arriva dalla legge e non dalle disposizioni del Sindaco Toldo?’ E chiamano in causa proprio lui, chiedendogli di metterci la faccia e di dire perché un cane costa al giorno cento euro e se davvero i volontari Enpa non possono adottare i cani del canile.
Anche Valter Orsi e la sua lista civica ‘Noi cittadini con Valter Orsi’ appoggia la battaglia di Enpa ‘nella richiesta di trasparenza ed economicità nella realizzazione di un canile nell’Alto Vicentino’.
Per questa causa, è attiva anche la Lega Nord scledense. In particolare, Luigi Santi ha denunciato presunte irregolarità nel bando di gara d’appalto per il nuovo canile e ne ha chiesto l’immediato ritiro.
Anche Veneto Stato ha deciso di aderire alla manifestazione di sabato. Aria di campagna elettorale? Sta di fatto che le volontarie dell’Enpa non sono più sole.
Anna Bianchini