La denuncia è forte ed è anche drammatica per chi ama gli animali, i cani, delle povere bestie indifese, che non si sa dove siano finite. Ma qui non c’entra solo l’amore per gli amici a quattro zampe. Nove cani, scrive L’Enpa di Thiene e Schio, sono spariti dal rifugio del Tretto. Caricati su un furgone e portati chissà dove. I volontari che in questi anni, li hanno accuditi, cresciuti, educati, preoccupandosi di dare loro quell’amore che nessun padrone ha mai dato a queste bestiole, che non conoscono il caldo di una casa, nè la carezza di un essere umano disposto ad amarli per la vita, sono disperati. Chiedono aiuto.
Come se non bastasse questo, da qualche giorno, i cani sono spariti e alle numerose telefonate fatte al presidente della conferenza dei sindaci, nessuno risponde. Come se i cani fossero di sua proprietà, scrive l’Enpa nell’accorata richiesta di aiuto. Quello di questi giorni, è l’ennesimo capitolo del libro nero che descrive una storia che sa di grottesco con personaggi istituzionali, che con la scusa che ‘tanto dei cani non gliene frega niente a nessuno, abbiamo problemi ben più seri’, fanno il bello e cattivo tempo. Dietro, la storica battaglia tra Enpa e presidente della conferenza dei sindaci, che non ha mai perdonato la denuncia sul canile abusivo di Piovene, dove, anche da lì, nel 2011, sparirono dei cani, che in condizioni che non fanno certo onore ad una terra civile come il Veneto, vennero trasferiti alla struttura di Recoaro, poi fatta chiudere dal sindaco del posto. ‘Se mi sono dimessa dal mio incarico di assessore ai Servizi sociali del comune di Thiene è stato per questo – ha spiegato Roberta Manzardo, ex amministratore della giunta-Busetti – avevo denunciato tutto il marcio che c’era nella gestione dei canili dati in mano ai privati, dove i soldi pubblici venivano spesi e sprecati per riempire le tasche di chi coltivava il business dei randagi, quando di questi se ne sarebbero potuti occupare le associazioni di volontariato, specializzate in materia. Non si sarebbero buttati soldi su soldi. Cifre che i cittadini dovrebbero conoscere per capire il marcio che c’è in questa storia.E invece no, il sindaco di Valdastico Alberto Toldo al quale è stato conferito l’incarico di occuparsi di cani quando sanno tutti che non li sopporta, si è sempre impuntato e pur di fare la guerra personale all’Enpa che aveva osato mettere in luce la sua incapacità di gestire la vicenda, ha continuato a dettare leggi nell’Alto vicentino. Sono stata accusata di essere l’assessore dei cani, in realtà, la vicenda del canile è una storia ordinaria di spreco di denaro pubblico. Qui non c’entra l’essere animalisti o meno. Otto euro a cane che paga il contribuente, quando per i bimbi disabili non c’è assistenza è grave. Si dovrebbero indignare tutti. Un prezzo altissimo che serviva a coltivare gli affari d’oro di chi ha gravi responsabilità in questa vicenda, che prima o poi dovrà finire tra le mani di qualche magistrato. Non è possibile con la crisi che stiamo vivendo, il denaro debba essere sperperato per l’egoismo e l’incapacità di chi dimostra di non volere il bene della collettività, ma di fare esclusivamente il proprio interesse’.
Da un paio di giorni, la vicenda già scottante con i fatti passati, si è arricchita di un nuovo tassello. Nove cani, che con il gelo di queste ore, sono stati portati chissà dove e senza informare nessuno. Poi ci si chiede perchè il cittadino prova sfiducia e sdegno nei confronti della politica.
‘Stavolta le cose andranno diversamente – conclude Roberta Manzardo – abbiamo informato le autorità competenti e qualche politico ‘sano’ c’è ancora. Ci ha promesso il proprio interessamento. Contiamo che questi atti di potere trovino la parola fine’.
‘Abbiamo telefonato, inviato fax e mail a Toldo – scrive Federica Pretto dell’Enpa – non ci risponde. E’ stato sempre questo il suo atteggiamento nei nostri confronti. Sta trattando queste povere anime come fossero una sua proprietà, sta usando i soldi pubblici in modo molto discutibile’.
Natalia Bandiera