“Per predicatore che ha chiamato una figlia Jihad il minimo che poteva capitargli è l’espulsione: io non posso che ringraziare la Polizia di Vicenza e gli inquirenti che lo hanno tenuto sotto controllo e rispedito in Marocco”. Il presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti commenta l’arresto dell’Imam, che segue di pochi mesi quello di Schio, ma che, sottolinea il questore di Vicenza, è solo a scopo preventivo. Non si può parlare infatti di ‘Allarme Terrorismo a Vicenza’. Anche perchè a lui gli investigatori sono arrivati grazie a chi seguiva le sue prediche ‘poco chiare’. I suoi sermoni radicali erano contro l’occidente e questo ha indotto gli stessi islamici a denunciarlo. Gli stessi suoi seguaci hanno riferito di aver sentito più volte l’Imam rivolgersi ai bambini in maniera molto sospetta, arrivando addirittura ad imporre loro di non guardare la tv e di non frequentare i bambini italiani.
Sul suo profilo facebook, il ‘santone’ commenta la strage dello tsunami dichiarando che tutte quelle morti erano dovute alla punizione divina nei confronti di chi andava al mare in costume.
“L’operazione che ha portato all’espulsione dell’Iman Mohammed Madad, guida del centro di preghiere e cultura religiosa Asonna a Noventa Vicentina dimostra quanto sia reale il rischio dell’infiltrazione di terroristi che possono trovare appoggi e connivenze nella nostra realtà. Da mesi gli era stato chiesto di prendere le distanze dagli attentati sanguinari e infami commessi dai fondamentalisti che invece l’Iman giustificava ed esaltava: questa propaganda religiosa è l’humus nel quale psicolabili, esaltati, possono sviluppare fino a livelli parossistici l’odio nei confronti della nostra società, odio di cui si alimentano i terroristi e i predicatori di morte. Come si fece con i terroristi negli anni di piombo bisogna fare terra bruciata attorno a questi vili assassini e ai loro cattivi maestri.
Il fatto che la Polizia abbia identificato, controllato e seguito questo personaggio – continua Ciambetti – dimostra non solo la professionalità delle nostre Forze dell’Ordine che, se messe nelle condizioni di operare, sanno fare bene e al meglio il loro mestiere, ma anche che non dobbiamo abbassare la guardia né farci tentare da soluzioni buoniste: siamo in guerra, non si dialoga con i terroristi. Prevenire, come ha fatto la Polizia a Vicenza, è fondamentale, come è fondamentale che i mussulmani collaborino con le Forze dell’Ordine, se non vogliono macchiarsi anche loro di sangue innocente”.
Non è col populismo che si fa la lotta al terrorismo
“L’esito di questa vicenda, con l’espulsione dell’Imam di Noventa Vicentina, deve rappresentare un modello di come si possa e si debba intervenire nella lotta al terrorismo”.Il commento è della capogruppo del PD in Consiglio regionale, Alessandra Moretti.“Il nostro plauso va innanzitutto alla Digos per il lavoro di intelligence che ha dimostrato di saper svolgere in modo efficace e frutto dell’impegno del governo nel rafforzare un’ampia rete di controllo territoriale”.“Alla drammaticità degli eventi che stanno colpendo l’Europa in queste settimane bisogna saper rispondere non in modo confuso e alla cieca, come una certa politica di stampo populista vorrebbe, ma con i nervi saldi e con la competenza delle nostre forze dell’ordine e investigative. Solo un’azione comune di questo tipo – conclude Moretti – che sappia individuare e colpire con precisione i focolai terroristici, e non sull’onda dell’intolleranza o della rabbia, potrà restituirci quella serenità e quella pacifica convivenza civile che è un dovere garantire a tutti i cittadini dei nostri territori”.
N.B.