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L’Alto Vicentino e l’accoglienza dei profughi. Il prefetto ai sindaci: ‘Collaborate’

Undici profughi ‘scaricati’ con un pullman a Monte di Malo e alloggiati in una struttura che non si sa nemmeno se è idonea per l’abitabilità. Ma intanto quegli undici uomini restano a Priabona e per loro pare ci sia anche un progetto d’integrazione quando sono in dubbio le condizioni umane con cui sosteranno nel piccolo paese dell’Alto Vicentino, dove gli abitanti sono disorientati per le nuove presenze. La situazione di Monte di Malo è uno spaccato di quanto si profila nell’Alto Vicentino, che nelle prossime settimane, forse mesi, dovranno essere accolti circa mille profughi. Lo ha preannunciato il Prefetto Soldà di Vicenza che ha scritto una lettera ai sindaci dei vari comuni perchè collaborino, fornendo location dove mettere i protagonisti di un’ondata migratoria che in Veneto sta facendo storia e rumore a livello mediatico con eco nazionale.
E se c’è un’opinione pubblica divisa tra chi dice che con spirito di solidarietà e civiltà, nel rispetto delle leggi in vigore, dobbiamo dare accoglienza ai disperati che arrivano nella nostra Italia, c’è chi quegli stranieri proprio non li vuole e li rimanderebbe volentieri al mittente. In questo clima di protesta, c’è uno Stato rappresentato dalle Prefetture che lo dice chiaro ai sindaci: ‘O ci trovate strutture ed edifici voi o saremo costretti, acquisendoli coattivamente, ad individuare noi aree in cui allestire tendopoli in stazioni ferroviarie in palestre e luoghi di fortuna’. Della serie: o collaborate o gli immigrati ve li mettiamo lo stesso nei vostri paesi.
Poi, c’è il ruolo dei titolari di B&B e di alberghi, come nel caso di Tonezza e Valli del Pasubio, che hanno trovato il modo per fare affari, ospitando nelle loro strutture i profughi: 35 euro al giorno per ognuno. Senza passare dai sindaci, che nulla possono perchè questo non avvenga. Lo ha provato sulla propria pelle il sindaco Mosè Squarzon, come il sindaco di Valli del Pasubio Armando Cunegato, che si sono ritrovati gli immigrati nei loro territori e non sono servite telefonate, ore a contattare chi potesse dare loro una parola di spiegazione per quegli arrivi non voluti dalla gente che li ha votati e davanti ai quali hanno solo un laccio ai polsi che li rende impotenti.
Ed è inutile che la popolazione sbraiti, per come stanno le cose, i primi cittadini non possono proprio fare nulla oltre che protestare.
A Monte di Malo, paese di meno di 3000 abitanti, a sviscerare la situazione è Lorenzo Dalla Via, presidente Ascom, che ha preso subito posizione, come nei giorni scorsi, lo avevano fatto i suoi colleghi di Schio e Thiene. ‘ Ce li hanno portati di nascosto, sono senegalesi e non mi risulta che nella loro terra natia ci sia la guerra – ha spiegato Dalla Via – ci accusano di essere razzisti, ma non ci sentiamo tali. Qui è una questione di buon senso. Il nostro paese ha problemi con la crisi che ha creato tanta disoccupazione, pensionati che non riescono ad arrivare a fine mese e non siamo certo la realtà florida di 30 anni fa, quando sicuramente non avremmo reagito così’.
Natalia Bandiera