I tempi geologici si sa non sono quelli umani ed oggi, la frana, è purtroppo ancora attiva. Lo dimostrano senza ombra di dubbio numerose foto di crepe, sgretolamenti, masse di roccia di migliaia di metri cubi in equilibrio precario, attaccate ancora alla montagna forse con solo qualche bava di ragno.
La realtà è inquietante: proprio sopra il sito dove è stato previsto lo svincolo di Pedemonte e un’area di servizio c’è quindi una frana attiva stimata nell’ordine di 5- 6 milioni di metri cubi. Nel 2013 cade il 50° anniversario della frana del Vajont. Zampieri ne sta ipotizzando un’altra nella Valdastico. Certo moltissime le differenze: la frana del Vajont fu di 270 milioni di metri cubi ma qui precisa Zampieri “la frana cadrebbe in una valle 10 volte più piccola, riempiendola”.
Tuttavia il geologo Zampieri non ci sta a farsi bollare come Cassandra e sottolinea: “Ciò che io sostengo non è una previsione ma uno scenario. Purtroppo nessuno scienziato può prevedere esattamente quando la frana cadrà. Tuttavia continua, non dobbiamo sottovalutare che i cambiamenti climatici con l’estremizzazione del clima ( inverni più miti, piogge più intense e concentrate in pochi periodi) potrebbero essere fenomeni favorevoli ad un’accelerazione dell’evoluzione di alcune frane.
Ma come mai la società Brescia Padova nel progetto non ha tenuto conto di questa frana progettandoci sotto uno svincolo e un autogrill?
Errore? Dimenticanza? Casualità? Difficile crederci data la notorietà del sito geologico visto che ciò ha permesso la presentazione del progetto dell’autostrada.
A coda dell’intervento del geologo “l’arringa” della documentatissima vicesindaco di Besenello Roberta Rosi che ha fatto una rapida rassegna dei fatti burocratici della vicenda A31. Ultimo in ordine di tempo il ricorso fatto dal presidente della società Brescia Padova Attilio Schneck contro la provincia di Trento colpevole, a suo dire, con il suo “no” illegittimo, di aver provocato dei danni alla società autostradale. Un atto definito dal il sindaco Comperini arrogante ma che comunque non scoraggerà le amministrazioni comunali trentine che “non si arrenderanno mai”. I due amministratori catturano l’attenzione della platea, convincendo con argomentazioni di chi certamente è preparato e con il garbo, che piace alla gente comune, stufa delle solite manfrine di chi non vuole capire che il popolo è pieno di teste che ragionano. Gli applausi ne sono la conferma.
Toldo, in passato fortemente critico nei confronti delle tesi del geologo Zampieri, con poca convinzione invita i relatori ad un tavolo ( di birreria!) per un confronto ed i cittadini e darsi da fare, a fianco dei sindaci, per perorare la difesa della valle.
Qualcuno però lo zittisce annoiato…
Altro che autostrada! Dalle nostre parti deve ancora farne di strada la politica per riavvicinarsi alla gente.
Alberto Brazzale