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‘Indipendenza e bocciatura dello Stato Italiano’. Marino Finozzi analizza i dati

“Indipendenza, il fascino cala? Diciamo piuttosto che lo stato italiano esce bocciato dall’indagine demoscopica pubblicata dal Gazzettino”. Il leghista Marino Finozzi, Presidente della I Commissione del Consiglio regionale del Veneto, Luciano Sandonà (Zaia Presidente) proponenti e firmatari del Pdl che prevede un referendum sull’Indipendenza del Veneto commentano così i risultati della ricerca demoscopica che il Gazzettino ha affidato a Demos & Pi sulla posizione dei cittadini sul tema appunto dell’Indipendenza.

“Interessante è notare comunque che su un vasto campione tra Veneto, Trentino e Friuli, fatto da cittadini con 15 anni e più, l’ipotesi indipendentista sia maggioritaria e prevalente – continuano i due esponenti della maggioranza in Consiglio regionale – mentre è chiaramente in vantaggio il sentimento autonomista sul modello delle provincie autonome di Trento e Bolzano. Bisogna riflettere su quest’ultimo elemento: esiste una platea molto amplia di cittadini che ritengono che lo stato centralizzato abbia fatto il proprio tempo, sia inefficiente e inefficace nel dare risposte ai problemi della globalizzazione e alle esigenze della competizione tra diverse aree e regioni del continente. Questa vasta platea converge nella critica allo stato e per una fascia molto elevata, appunto il 48 per cento, è favorevole a un taglio netto del Veneto dall’Italia: possiamo dire che la maggioranza si fida più di Venezia che di Roma. Una maggioranza ancora più ampia, qualificata e chiaramente trasversale a tutte le forze politiche, è assolutamente favorevole ad una autonomia forte come quella trentina. Non possiamo assolutamente trascurare sia questo elemento, sia la penetrazione nella società del percorso indipendentista.

L’esperienza di questi ultimi anni – concludono Finozzi e Sandonà – pensiamo ai percorsi democratici intrapresi dalla Scozia e dalla Catalunya dimostra come la diffusione del progetto indipendentista si scontri ovunque contro un muro di interessi di élite e poteri forti e come non sia assolutamente facile per gli Indipendentisti far valere le proprie ragioni. In quest’ottica, quel 48 per cento ci sembra un dato veramente importante, sebbene, ripetiamo, il vero dato che emerge dall’indagine demoscopica è la bocciatura sonora dello stato italiano” .