Nessun dubbio per Antonio Mondardo: il Protocollo per l’accoglienza diffusa dei migranti non si deve firmare.
La replica del segretario provinciale della Lega Nord Provincia di Vicenza arriva a pochi giorni dalla dichiarazione del Prefetto Eugenio Soldà, che aveva dichiarato senza mezzi termini di “avere il coltello dalla parte del manico” quando si tratta di distribuzione dei profughi nel territorio.
“Comprendiamo il senso di ubbidienza nei confronti dello Stato italiano da parte del prefetto di Vicenza – ha commentato Mondardo – ma siamo convinti che nemmeno il prefetto creda a queste formule di integrazione e che gli ordini alfaniani gli stiano stretti”.
Per dire ‘no’ alla gestione dello Stato dell’emergenza profughi, Mondardo conferma il suo invito ai sindaci di non firmare il protocollo con la prefettura che, in ogni comune firmatario, prevede 2 profughi ogni mille abitanti con la possibilità di ulteriori allargamenti delle maglie in caso di emergenza.
Secondo Mondardo, “questo tipo di accoglienza avvicinerà Vicenza a Bruxelles e Parigi, teatri di micidiali attacchi terroristici, poiché non vi è alcun tipo di coscienza sulle reali intenzioni e identità di moltissimi immigrati. E le politiche dell’integrazione sono fallite in quanto per farlo bisogna essere in due. E quanto è successo dimostra che i popoli mussulmani non vogliono integrarsi. Ricordo al prefetto che le prefetture hanno anche il dovere di proteggere i cittadini da pericoli e non a perdere tempo seguendo assurde politiche di immigrazione o a rispondere alla cosiddetta xenofobia della Lega Nord. I sindaci – ha continuato – hanno il dovere di mantenere condizioni di vivibilità e sicurezza ai propri concittadini. Non è ammissibile che arrivino centinaia, migliaia di immigrati nel nostro territorio senza sapere chi sono, cosa vogliono e cosa abbiano intenzione di fare e senza che i Sindaci ne siano informati. Ebbene – ha concluso Mondardo – Signor prefetto, lei ha il coltello dalla parte del manico, ma faccia in modo che non sia puntato sui cittadini, perché scrivo da cittadino e la penso come la maggior parte dei cittadini”.