Buongiorno a tutti i possessori degli “amici a quattro zampe” ai quali mi rivolgo con la presente.
Sono ormai due settimane che sui Social si è scatenata una polemica in merito al nuovo Regolamento, recentemente approvato dal Consiglio Comunale, circa l’accesso alle aree verdi e parchi pubblici comunali da parte dei cani e sulla conseguente ordinanza, che recepisce quanto stabilito dal nuovo Regolamento.
Io provo, per l’ennesima volta, a spiegare come stanno le cose, augurandomi di riuscire a placare gli animi più preoccupati; ovviamente, poi, ognuno è padrone di tenersi la propria opinione, ma almeno Vi chiedo la gentilezza di leggere fino in fondo questo mio scritto.
Prima di entrare nello specifico del tema, però, permettetemi di fare due precisazioni e una considerazione di carattere generale, perché trovo ingiusta l’accusa di “cinofobia” che viene rivolta a me, e attraverso di me, all’intero Consiglio Comunale.
Vorrei precisare infatti che questa Amministrazione ha attivato ed aperto l’area di sgambamento cani in via Monte Bianco. Circa poi il mio impegno per approvare la chiusura definitiva del canile di Piovene, come l’Enpa chiedeva, invito vivamente a leggere i miei interventi fatti sia in Esecutivo che in Conferenza dei Sindaci dell’ULSS n. 4.
Fatta queste due precisazioni, la considerazione di carattere generale che mi sento di fare è che nello studiare e approvare un Regolamento, come nella fattispecie quello di cui stiamo parlando, è gioco forza che il Consiglio Comunale debba tenere conto di tutte le variabili e le componenti che usufruiscono dei servizi pubblici come, nel caso specifico, l’uso di parchi e delle aree verdi comunali. Per spiegarmi meglio, se da un lato non posso che essere grato e riconoscente ed ammirare le Associazioni come Enpa, per l’opera di adozione che stanno portando avanti, con dedizione, a favore di cani e gatti abbandonati, non per questo nel regolamentare l’utilizzo delle aree verdi e dei parchi pubblici si può prescindere dal considerare tutti gli attori chiamati in causa e trovare un giusto equilibrio che salvaguardi, oltre agli “amici a quattro zampe”, anche gli altri utilizzatori dei parchi, e cioè quei bambini e le loro famiglie che non sempre apprezzano la presenza contemporanea di animali nei luoghi di gioco, vuoi per timore del cane stesso, vuoi per preoccupazione di venire in contatto con deiezioni eventualmente abbandonate, siano esse solide o liquide.
Detto questo, entrando nello specifico, merita subito precisare che a Thiene prima di questo nuovo regolamento, esisteva l’ordinanza n. 45 del 10/02/1997che prevedeva il divieto assoluto per i cani di accedere indistintamente a tutte le aree verdi pubbliche.
Ebbene ora, grazie anche a Enpa (in data 30/05/2016 l’Enpa inviava una diffida legale al Comune, chiedendo sia di rimuovere il divieto di accesso indiscriminato ai parchi e alle aree verdi pubbliche, sia che i regolamenti e le ordinanze fossero conformi alla legge regionale n. 60/1993 come modificata dalla L.R. 17/2014) il Consiglio Comunale ha approvato il nuovo Regolamento1.
Nello specifico il provvedimento riprende i contenuti e i dettami della L. R. 17/2014, che al comma 1 dell’art. 18bis consente l’accesso ai cani a tutte le aree verdi pubbliche, mentre al comma 2 dell’art.18 bis recita testualmente: “Agli animali da compagnia è vietato l’accesso in aree destinate e attrezzate per particolari scopi, come le aree giochi per bambini, quando a tal fine sono chiaramente delimitate e segnalate con appositi cartelli di divieto”. Per fare solo due esempi significativi riguardanti aree verdi site nel centro storico, ora l’accesso agli “amici a quattro zampe” è consentito sia al Parco di Villa Fabris che al Parco del Donatore, con l’eccezione in questo ultimo caso della sola zona attrezzata con la piastra polivalente per il gioco della Pallavolo e del Basket.
Quindi faccio fatica a capire su quali considerazioni si basano le polemiche che sono sorte, a meno che non si pensi che si possa disattendere quanto prevede la Legge Regionale, aprendo agli amici a “quattro zampe” tutte le aree verdi pubbliche, compresi i parchi giochi attrezzati per bambini. In questo caso bisognerebbe prima chiedere alla Regione Veneto di modificare la legge del 2014.
Tornando al nuovo Regolamento comunale, che trovo equilibrato, le aree verdi pubbliche che non sono attrezzate con giochi sono molteplici e quindi, rispetto a prima, sono ora tutte accessibili ai cani (penso alle tante aree verdi delle varie lottizzazioni, ma penso anche al parchetto di Palazzo Cornaggia e alle aree verdi del Nordera, alle stesse aiuole davanti al Municipio o al grande parco intitolato a Mons. Rossin in Conca, a parte la piccola zona attrezzata con giostre, come pure all’area verde di via Asiago, di fronte alle Poste di Borgo Asiago, eccetera).
D’ora in avanti, per esempio, il parco di Villa Fabris potrà essere utilizzato per organizzare un qualsivoglia evento canino che sarò ben lieto di autorizzare, mentre prima, con il vecchio Regolamento, anche volendo, mi era impedito di farlo.
Per completare il discorso, nel nuovo Regolamento inoltre:
* si ribadisce l’obbligo di utilizzo del guinzaglio;
* non si obbliga ad indossare la museruola, come invece prevedrebbe la succitata legge regionale, ma si rende obbligatorio avere con sé una museruola da far indossare a richiesta delle autorità o a seconda della necessità, come previsto dalle ordinanze del Ministero della Salute;
* si conferma il dovere della rimozione delle deiezioni solide e si introduce l’obbligo di aver con sé uno strumento idoneo alla raccolta, sacchettino o paletta;
* si introduce l’obbligo di pulire le deiezioni liquide con acqua e si invita alla massima collaborazione, nel rispetto del benessere animale, quindi senza azioni che possano rappresentare una costrizione violenta , per far desistere il cane da urinare contro gli edifici o sulla pubblica via.
A questo proposito, se il problema riguarda “l’obbligo di pulire, diluendo con acqua anche le deiezioni liquide e la collaborazione per far desistere il cane da fare i propri bisogni contro gli edifici e sulla pubblica via”, come ho avuto modo di dire più volte, il significato vuole essere un forte invito ai possessori di cani a collaborare, se e quando possibile, per evitare che il cane possa fare i bisogni vicino a una vetrina o davanti alla porta di una abitazione o sulla ruota di una automobile o all’angolo di un edificio storico ecc.., non certo quando fa la pipì sull’erba, sulla terra o contro il fusto di un albero.
Il problema si pone quando si conduce il cane in ambito urbano, come può essere il Centro Storico, una piazza di quartiere, oppure passeggiando su un marciapiede, luoghi dove non ci sono spazi verdi per far fare i bisogni al cane. In questi casi, magari usando il guinzaglio, si può guidare il cane in un posto più adeguato. L’importante è comunque pulire, evitando di lasciare al prossimo che passasse di là traccia delle deiezioni del proprio cane.
A questo riguardo, ricordo anche che esiste la sentenza della Cassazione n. 7082/2015 che è una sorta di vademecum per chi porta il proprio animale nei luoghi pubblici urbani e che impone, nel caso al cane scappi la pipì, di intervenire prontamente con atteggiamenti tali da farlo desistere, quantomeno nell’immediatezza e, nell’impossibilità di farlo, di portarsi dietro una bottiglietta di acqua per ripulire.
Questo è quanto stabilisce la sentenza della Cassazione e noi l’abbiamo solamente applicata. Io più di così non so che altro dire perché reputo che le nuove regole, oltre che rifarsi alla L.R. 17/2014 e alla Sentenza della Cassazione n. 7082/2015, siano dettate dal buon senso e dalla civile convivenza ed educazione e quindi non comprendo le ragioni dell’enorme eco mediatico che si è creato contro.
Resto comunque a disposizione per un incontro, se Enpa o altra Associazione o semplice cittadino lo ritiene utile. Basta telefonare alla Segreteria del Sindaco e fissare l’appuntamento.
Grazie comunque per la cortese attenzione che mi avete dedicato.
Il Sindaco
Giovanni Casarotto