Usare i due milioni di euro attualmente accantonati per il Referendum sull’Autonomia per creare un fondo di sostegno alle decine di migliaia di Veneti truffati dalle banche.

E’ questa la proposta avanzata dalla più giovane componente del Consiglio Regionale Cristina Guarda, 25enne appartenente ad una Lista Civica di minoranza a Venezia.

GuardaLa giovane consigliere di Lonigo propone un atto di buonsenso. “Per fare il Referendum servono dai 12 ai 14 milioni di euro – dice – e attualmente ne sono stati accantonati due. Usiamoli per aiutare chi ha perso tutto”. La cifra di per se non è neanche lontanamente sufficiente a coprire le perdite complessive di tutti gli azionisti traditi dal loro istituto bancario, considerando i crack milionari di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Tuttavia può essere un modo per iniziare a far qualcosa di concreto per quelle persone che hanno perso i risparmi di una vita. “Se i responsabili sono ancora liberi e le cause pendenti – prosegue Guarda – almeno parliamo di come i Veneti possono tutelare i Veneti! La mia proposta può essere accolta in due modi: come provocazione o come opportunità. Sono certa che i Veneti autentici accorderanno nell’opportunità, capendo che vi sono priorità”.

Da qui l’idea di proporre un cambio di destinazione di quei soldi, sottolineando l’urgenza di misure straordinarie e pragmatiche. “Zaia scelga di destinare a questo scopo i 2 milioni già accantonati e magari anche i previsti altri 12-15 che ci potrebbe costare il suo referendum – conclude – usandoli non solo per il fondo legale per i Veneti truffati, ma aumentando anche le risorse per le famiglie a rischio povertà”.

F.P.

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