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Gelmini ‘apre’ all’Autonomia: “Il governo non impugni le scelte delle Regioni”

C’era anche Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio della Regione Veneto, all’incontro con per il coordinamento della Conferenza dei Consigli regionali, dove erano presenti anche Mariastella Gelmini, ministro per le Autonomie e gli Affari Regionali e Piero Mauro Zanin, collega di Ciambetti del Friuli Venezia Giulia.

“Meno impugnazioni da parte del governo” il succo dell’obiettivo, che significa maggiore rispetto per le autonomie regionali. Un’autonomia, quella differenziata, che il Veneto mira a raggiungere da anni e coronata dal referendum nell’ottobre del 2017, quando oltre l’80% dei votanti aveva detto ‘sì’.

“L’impegno c’è”, è quello che è emerso dall’incontro, in cui si è discusso di Regioni Speciali più autonome, soprattutto dal punto di vista finanziario. Ma si è parlato anche di più risorse e più competenze, modificando i patti Stato-Regioni, e l’avvio di una strada che porti a ridurre le impugnazioni di leggi regionali da parte del Governo.

“Abbiamo stilato con il ministro un’agenda di lavoro per i prossimi mesi, che veda una stretta relazione tra Governo e assemblee legislative – ha spiegato Zanin intervistato dalla Dire – Gli argomenti che approfondiremo saranno in particolare il contenzioso tra Stato e Regioni, quindi la possibilità che il Governo impugni il meno possibile le leggi regionali”. Secondo il presidente dell’aula “su questo c’è l’impegno serio da parte del Governo che dall’altra parte chiede pero’ alle Regioni che, in caso di impegni a modificare le leggi regionali, questi siano assolti”. Tema caro a Zanin poi il ruolo delle Regioni nell’Europa che “deve essere dei popoli e delle comunità, e su questo abbiamo trovato un’ampia convergenza insieme alla Gelmini”.

Il presidente del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia pone l’accento anche sul post Covid, “in particolare abbiamo chiesto al ministro un incontro tra le cinque regioni a statuto speciale, per definire in modo proattivo, per il dopo pandemia, anche le funzioni dell’autonomia e della specialità delle nostre regioni. E’ vero che tratteniamo parte delle risorse fiscali sul territorio, ma dall’altra parte- ricorda- svolgiamo anche tante funzioni in proprio”.

E su questo fronte Zanin rileva uno squilibrio sul controllo della spesa ma anche una disponibilità del ministro a venire incontro alle esigenze espresse. Secondo il presidente, il Friuli Venezia Giulia e’ quella più svantaggiata tra le Regioni autonome e punta a un riallineamento complessivo in vista della ridefinizione del Patto con lo Stato. Secondo Zanin serve che i consigli regionali siano parte attiva e propositiva in un contesto di ridistribuzione equilibrata di competenze e risorse.

Covid: necessario far riaprire il Paese

“Se il Paese non apre, dopo l’emergenza sanitaria ci sarà quella economica e sociale”. Così il presidente del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha spiegato l’esigenza di fare un passo avanti sul fronte delle limitazioni anti-Covid. “Noi siamo per aprire il piu’ possibile in sicurezza, crediamo che con l’arrivo della stagione estiva e con la campagna vaccinale portata avanti con incisività, possiamo essere fiduciosi”. Se le chiusure continueranno, il rischio, secondo Zanin, “è un’emergenza economica e sociale che avrà ripercussioni importanti”.

Tra le prime misure da modificare, secondo il presidente dell’aula, il coprifuoco, “che va spostato, è una presa in giro per i ristoratori chiudere presto. Vanno definite le regole e vanno fatte rispettare, ma qualcosa va cambiato. So che si va in questa direzione e spero che a giugno- conclude- il coprifuoco non ci sia più. Bisogna ridare libertà ai cittadini”.