Un unico comune con un nuovo nome, un solo sindaco e un solo municipio è lo scenario prossimo venturo che ha tenuto banco martedì sera a Chiuppano nel secondo consiglio comunale congiunto con la vicina Carrè. Più che una formalità, una occasione di incontro tra le amministrazioni dei due paesi, come hanno precisato gli stessi sindaci Davide Mattei e Giuseppe Panozzo ai 19 consiglieri presenti.
Nell’ipotesi di una fusione tra i due paesi i ‘contro’ sono al momento insondabili ma i ‘pro’ si riassumono principalmente in cifre, e cioè gli oltre 5 milioni di euro di contributi straordinari che arriverebbero dallo Stato (497 mila euro ogni anno per 10 anni) e dalla Regione (480 mila euro in 3 anni) ad unione avvenuta, da usare nella migliore delle ipotesi per investimenti o per diminuire le tasse.
Le lungaggini burocratiche e la resistenza al cambiamento tipica della popolazione, ha spiegato il segretario Luigi Alfidi, sono i lati negativi di un iter che, si deve ammettere, è complesso. Ma i lati positivi potrebbero essere molti. Finanziamenti a parte, che peraltro nessun più che savio amministratore può dirsi sicuro di ricevere, se deve tener conto di eventuali modifiche normative future, sarebbero, tra le altre cose, il risparmio sul personale, sulla gestione informatica, sulla gestione paghe. Un solo bilancio comunale permetterebbe di ‘liberare’ il dipendente in ‘esubero’ in altre attività.
Ma quali sono i passi necessari affinché i due comuni tornino ad essere una sola identità, com’erano tra l’altro prima del 1911? Secondo la legge Delrio del 2014 devono essere osservate tutta una serie di disposizioni organizzative. Il primo passo sarebbe quello di consultare le due popolazioni interessate. Se favorevoli, dopo l’approvazione nei due consigli, la pratica andrebbe in Regione, dove passerebbe per la Commissione competente. Approderebbe infine in Consiglio, poi in giunta regionale, passaggio che dà il via ad un referendum destinato alle popolazioni interessate. Se passasse il ‘sì’, servirebbe una legge regionale che ha il potere di sciogliere i due consigli e nominare un commissario, che reggerebbe i comuni fino alle nuove elezioni di un unico sindaco. Tempo minimo stimato: un anno.
‘Tanti passi avanti nella fusione li abbiamo già fatti, e non possiamo negare di essere già promiscui – ha fatto notare il sindaco di Carrè Davide Mattei, orientato a ‘lanciare il cuore al di là dell’ostacolo’ – e che ben 4 consiglieri di Carrè risiedono a Chiuppano. I confini sono nella carta, ma nella realtà sono sempre più sfumati. Come amministratori siamo tenuti a scegliere, e sostengo con fermezza che anche la non scelta è una responsabilità, e di questo ne risponderemo ai nostri cittadini. Da parte mia la vivrei come una sconfitta’.
Già adesso infatti i due comuni condividono la gestione delle scuole medie, la Protezione civile, l’ufficio tecnico e il segretario comunale. Ma è proprio sulla gestione in unione dell’ufficio tecnico, fresca di un anno, che si è focalizzata la disillusione del sindaco Giuseppe Panozzo, sostenuto dal vicesindaco Susanna Gioppo, che della scelta intravedono invece la prospettiva dell’irreversibile. ‘Dopo un anno – ha commentato infatti Panozzo – mi aspettavo qualcosa di più dall’unione degli uffici tecnici. Sinceramente ho delle perplessità, non nascondo anche per il fatto che ho il timore che Chiuppano sia sempre la ‘Cenerentola’, essendo in svantaggio numerico rispetto a Carrè’.
‘L’attuale insuccesso dell’unione dell’ufficio – ha detto invece Gioppo – è una realtà, mentre i finanziamenti che ci arriverebbero dallo Stato per la fusione sono al momento una utopia.’
Il prossimo aggiornamento sarà a fine luglio, in cui si tenterà di fare un passo avanti con uno studio di fattibilità ed un prospetto dettagliato di fusione.
Marta Boriero