“Accogliere la proposta di legge di iniziativa popolare “Liberi subito” sul fine vita al Ferro Fini è stata un’emozione, replicata quando ho visto firmato il decreto di Ciambetti che dichiara ammissibili le novemila firme e dà il via ufficiale all’iter del progetto di legge in Consiglio regionale”. Lo dice Elena Ostanel, consigliera regionale del gruppo Il Veneto che Vogliamo sulla dichiarazione di ammissibilità espressa positivamente dal presidente del Consiglio regionale.
“Non nego che, adesso, la classe politica veneta ha davanti a sé un’occasione storica, nonché un compito e una responsabilità molto elevati. L’occasione è quella – facendo del Veneto la prima regione italiana a promulgare una legge sulla scelta consapevole riguardo il fine vita – di segnare una tappa fondamentale nella storia dei diritti civili a livello nazionale. Il compito – osserva Ostanel – è quello di sintonizzarci con il sentire della nostra opinione pubblica che, sui temi etici, si è finora dimostrata notevolmente più avanti rispetto ai partiti e alle loro discussioni, colme di ideologia e di ricerca del consenso a buon mercato. La responsabilità sarà quella di informarsi in modo aprioristico, di valutare in modo oggettivo, di ascoltare le proprie coscienze e non le bandiere di appartenenza”.
“Ho una grande fiducia – conclude Ostanel – nella maturità dei miei colleghi consiglieri regionali e confido che un’ampia maggioranza trasversale potrà far divenire la proposta Coscioni una legge regionale veneta. Un testo che dia alle persone che, in determinate circostanze, chiedono di poter esercitare una scelta consapevole, gli strumenti per farlo. Stefano Gheller, la signora “Gloria” e altri casi simili – che attendono l’arrivo della normativa per palesarsi – lo richiedono. Tra poco la politica veneta avrà l’occasione di dar loro una risposta. Dimostriamocene degni”.
“Il progetto di legge popolare sul ‘fine vita’ ha appena mosso i primi passi in Consiglio regionale e i paladini del politicamente corretto assieme agli alfieri del pensiero unico – il solo ammesso nel pubblico dibattito – non ammettono idee non conformi, vedono già i semafori verdi delle Commissioni e l’ok dell’Aula, assecondando senza dibattito, la loro volontà”. Così i Consiglieri regionale dell’Intergruppo Pro-Vita Nicola Finco (Lega – LV), Joe Formaggio (FdI) e Stefano Valdegamberi (GM) che aggiungono: “Il disegno di legge è stato solamente ammesso ad iniziare l’iter in Consiglio; ciò non significa che il Pdl sul fine vita si possa già dare per approvato senza discussione, analisi o dibattito, che di certo non interesserà solamente l’Aula di Palazzo Ferro Fini, e nemmeno significa che ci saranno accelerazioni, corsie preferenziali o strade spianate per una serie di disposizioni che riguardano un tema caldissimo: come è già accaduto in passato, anche questo Pdl di iniziativa popolare sarà sottoposto all’iter cui devono sottostare tutti gli altri provvedimenti legislativi”.
“Purtroppo – aggiungono i tre Consiglieri dell’Intergruppo – vediamo già le solite maestrine dalla penna rossa che alzano il ditino in segno di moraleggiante ammonimento a dibattito non ancora iniziato, indicando i Consiglieri recalcitranti come immaturi e inconsapevoli dinanzi al progressismo eutanasico. L’errore di una certa parte politica, ma soprattutto di quella radical chic, liberal-sinistreggiante soprattutto a parole, rimane sempre lo stesso: quello di calpestare l’opinione altrui arrogandosi la presunzione di ritenere le proprie idee corrette a prescindere, ignorando che la realtà possa essere diversa rispetto ai loro desiderata, addirittura opposta, una cecità che li porta ad ignorare che in Veneto molte realtà e associazioni la pensano in maniera diametralmente opposta a loro, e proprio sul tema del ‘fine vita’. È il solito errore di valutazione che porta spesso a dibattiti assurdi, precostituiti e a ritenere vinte battaglie che in realtà non hanno bisogno di percorsi frettolosi, ma di impegno, dibattito e confronto”.