E’ vero che un Comune non può sostituirsi all’ufficio di collocamento e non può arginare il drammatico fenomeno della disoccupazione, ma ‘tra le pieghe della burocrazia’ si possono scovare spazi lavorativi per dare dignità a chi l’ha persa perdendo il posto di lavoro. L’esempio arriva da Piovene Rocchette, dove l’amministrazione comunale non è rimasta indifferente al disagio della popolazione, sempre più bisognosa di risposte. Ed ecco un paziente lavoro di razionalizzazione interna al Comune e 14mila euro, che serviranno a dare lavoro a 4 persone, che verranno selezionate e potranno partecipare ad un bando, che ora l’Amministrazione-Colman sta preparando, dopo che la delibera è passata in sede di consiglio comunale, con il benestare dell’opposizione, che su questo tema sta dimostrando collaborazione.
‘Si tratta di lavori come sfalcio dell’erba o manutenzione per la durata di sei mesi – spiega l’assessore Radere – per dei piccoli stipendi mensili, che certo non risolleveranno le sorti di famiglie che in questo momento stanno soffrendo, ma faranno sentire utili dei cittadini, che hanno bisogno di sentirsi vivi. Un piccolo sforzo da parte di un Comune che oltre che aiuto economico crede nella dignità di chi non può essere aiutato solo con il pagamento delle bollette della luce e del gas. Ci sono uomini in stato precario perchè dopo aver perso il lavoro, sembra che abbiano perduto tutto. Sono persone pudiche, che fanno fatica a tirare fuori il loro disagio perchè come si sa, il popolo veneto è un pò chiuso in questo senso e quando arriva a bussare alla porta dei Servizi Sociali vuol dire che la situazione è davvero grave’.
Trenta persone a settimana si rivolgono ai Servizi Sociali di Piovene Rocchette
Sono circa trenta gli abitanti di Piovene Rocchette, comune di circa 8mila residenti, che ogni settimana vanno a bussare alla porta dei Servizi Sociali. ‘Su questi – spiega l’Assessore Radere – oltre dieci chiedono un posto di lavoro’.
Assessore, com’è cambiato l’identikit del ‘bisognoso’ negli ultimi anni?
Prima erano gli extracomunitari a rivolgersi ai nostri uffici, ora, purtroppo, a chiedere sono nostri concittadini che mai avresti pensato sarebbero finiti in una situazione di necessità. Persone a cui la vita è cambiata e a cui spesso, va spiegato che un Comune non può sostituirsi ad un ufficio di collocamento. Questo non vuol dire che gli extracomunitari non bussano più alle nostre porte. Ci sono sempre e ci spiegano che nonostante la crisi, per loro è sempre meglio vivere qui da noi che rimpatriare.
Cosa possono fare i Servizi Sociali di un Comune?
Intanto rimboccarsi le maniche e ascoltare chi ti chiede aiuto, in un momento in cui ci sono persone che per cultura, soffrono in silenzio e questo non va bene. Tirar fuori il disagio è importante affinchè le situazioni non degenerino in fatti che leggiamo ogni giorno sulle pagine della cronaca.
Io non credo al tipo di aiuto che consiste nel pagare la bolletta. Credo invece, nell’impegno a ridare dignità a gente mortificata nell’animo da situazioni che non era in grado di prevedere. Non avere lavoro significa non avere dignità per i cittadini veneti, abituati ad alzarsi presto la mattina e a lavorare duramente. Con il contributo economico non si restituisce la dignità a chi ha bisogno di sentirsi utile per la società. Ecco perchè siamo orgogliosi del nostro progetto lavorativo. Perchè per sei mesi, 4 o 5 padri di famiglia che hanno perso tutto, ritroveranno lo stimolo per uscire di casa e sentirsi vivi.
Natalia Bandiera