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Emergenza ambientale e sanitaria in Veneto. M5S denuncia : ‘Nascosti i risultati del biomonitoraggio sulle persone’

Sarebbero già nelle mani dell’Istituto Superiore di Sanità i dati relativi alle analisi del sangue della popolazione residente nelle aree del Veneto interessate dall’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche. Esordisce così Enrico Cappelletti del movimento 5 Stelle, che sta scoperchiando un ‘calderone inquietante’. Perchè c’è il valore salute di mezzo e probabilmente, secondo i ‘grillini’, la popolazione veneta non è al corrente di una situazione davvero grave, della quale si sta occupando da un paio di giorni, la stampa nazionale.

‘Dopo il rinvenimento nell’estate 2013 di un’elevata concentrazione di Pfas, pericolosissime sostanze cancerogene, nelle acque sotterranee, acque superficiali e acque potabili, la Regione Veneto ha approvato il monitoraggio anche su terreni e alimenti – spiega Cappelletti – I risultati sono allarmanti poiché hanno confermato la presenza dei Pfas in tutto il suolo oggetto dell’indagine ed in tutta la catena alimentare, soprattutto in uova, pesci, carne e verdure, alimenti di uso quotidiano. L’emergenza sanitaria non sembra affatto essere sotto controllo, non esiste infatti un piano di ispezione degli alimenti interessati, i quali vengono, peraltro, commercializzati in altre Regioni italiane. Quindi, i rischi per la salute non riguardano solo i residenti della zona, ma potrebbero riguardare anche tutto il Paese. – continua la denuncia –

Nel tentativo di gestire l’emergenza sanitaria, la Regione Veneto, nella primavera del 2015, ha approvato e finanziato il biomonitoraggio su 600 abitanti della zona più esposta ad inquinamento comprensiva di 14 comuni. I risultati delle analisi effettuate sarebbero già da qualche tempo nella disponibilità dell’Istituto Superiore di Sanità, ma non sono stati ancora resi pubblici.

Ho presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e al Ministro della Salute, allo scopo di ottenere l’accesso al monitoraggio effettuato sulle persone e la sua pubblica divulgazione.

La conoscenza dei dati relativi alla eventuale contaminazione delle persone è, infatti, di cruciale importanza al fine di attuare un piano di emergenza con specifiche misure atte a tutelare la salute dei cittadini, diritto fondamentale costituzionalmente garantito ed al di sopra di ogni altro interesse, compreso quello economico’.

Andrea Zenoni: ‘I Veneti stanno già mangiando cibi contaminati’

«La Regione porti il fascicolo Pfas in Procura – ha tuonato dalle pagine de Il Mattino di Padova il consigliere regionale Andrea Zanoni – La Direzione Tutela Ambiente della Regione – punta il dito Zanoni, che sul tema ha presentato un’interrogazione alla giunta veneta e all’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin, – considererebbe “non sotto controllo la situazione relativa alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche tra le province di Verona, Padova e Vicenza’.

Nel corso dell’incontro, aggiunge Zanoni, che in sede di bilancio di previsione aveva presentato un emendamento (bocciato dalla maggioranza) per lo stanziamento di 400 mila euro da destinare al monitoraggio delle falde acquifere, sarebbe emerso che ‘parte della popolazione veneta è stata esposta ed è esposta ai Pfas’ e, soprattutto, ‘che non è stato dato seguito ad azioni di tutela della salute per le persone che hanno mangiato e stanno mangiando alimenti con concentrazioni critiche, quali uova e pesci’.