Crisi bancarie, genitori separati , malati di ludopatia, pensionati e crisi economica. Le istituzioni devono intercettare e sostenere. Le ‘nuove povertà’ e le misure di prevenzione e sostegno che istituzioni pubbliche, enti locali e volontariato riescono a mettere in campo sono state al centro dell’incontro odierno dell’assessore regionale al sociale Manuela Lanzarin con i direttori delle Caritas delle diocesi del Triveneto, coordinati da don Marino Callegari, direttore della Caritas di Chioggia.
“Con le Caritas del Triveneto stiamo lavorando per impostare un percorso comune che prevede la messa in rete degli sportelli e degli interventi e la costruzione di un sistema informativo regionale, che coinvolga il pubblico e il privato sociale”, riassume l’assessore. “La Regione è impegnata a rafforzare i servizi sociali territoriali e a svolgere il proprio ruolo di regìa per un sistema unico di presa in carico delle situazioni di impoverimento e di marginalità. Un sistema nel quale gli sportelli e i centri di ascolto delle Caritas sono le prime antenne nel territorio”.
Il modello si sta strutturando grazie alla sperimentazione anche in Veneto del Sia, il sostegno per l’inclusione attiva, previsto dal Ministero del lavoro e del welfare. In Veneto nel 2016 la sperimentazione del Sia ha messo in campo contributi sino a 400 euro per nucleo familiare e misure attive come interventi formativi, ricerca del lavoro, assistenza sanitaria. “La prima fase della sperimentazione ha evidenziato punti di forza e criticità di questo strumento – commenta l’assessore – sul quale la Regione ha già chiesto al governo di intervenire con alcune modifiche. In ogni caso, perché questo strumento sia efficace, è necessaria una governance condivisa, tra pubblico e privato, che valorizzi le alleanze territoriali tra i diversi servizi e il terso settore e che investa nella formazione degli operatori”.