Il suo motto è indiscutibilmente ‘Fare’. Ed è proprio per poter fare qualcosa per la sua regione che ha deciso di supportare il candidato governato Flavio Tosi alleandosi con lui e candidandosi come consigliere regionale alle prossime elezioni nella lista ‘Il Veneto del fare’.
Corrado Saugo, 63 anni, noto architetto thienese, ha dalla sua parte una breve storia politica, ma le sue idee sono molto chiare: stop alla corruzione attraverso l’accorciamento delle pratiche burocratiche, buon senso e ispirazione a ‘chi è più bravo’ nella soluzione dei problemi, gestione del danaro pubblico con la logica del buon padre di famiglia e, soprattutto, integrità morale.
Saugo, la sua storia politica nasce con ‘Fare per fermare il declino’ e prosegue con ‘il Veneto del fare’. ‘Fare’ sembra essere il suo motto.
Fare è il mio motto. Non c’è più tempo di stare a guardare e attendere che le soluzioni arrivino dall’alto come regalate da qualche ente supremo. Siamo noi che dobbiamo gestire la nostra politica e dobbiamo ‘fare’ tutto ciò che è in nostro potere per porre rimedio a tutti gli sbagli fatti finora.
Come mai è passato da Giannino a Tosi? C’è affinità?
Flavio Tosi ha riconosciuto nel gruppo ‘Fare per fermare il declino’ una visione vicina alle sue posizioni, progetti a medio-lungo termine, con un approccio politico pragmatico e razionale, poche parole e molti fatti. Tosi ha apprezzato la nostra idea di politica slegata da ideologie, logiche di partito e campanilismi.
Lei ha uno slogan fuori dagli schemi. Ce lo spiega?
Il mio slogan è ‘Sarò una specie benigna di virus nel corpo della regione’. Io sono una persona corretta e la mia storia professionale lo dimostra. In passato sono stato estromesso dall’assegnazione di alcuni lavori pubblici perché non mi sono adeguato ad abbassare la qualità per dare prezzi più vantaggiosi. I due edifici pubblici realizzati con la mia supervisione e con il prezzo corretto, sono ancora oggi perfetti e in ottimo stato di salute.
C’è dell’altro però, giusto?
Con il mio slogan mi riferisco anche al fatto che c’è bisogno di persone corrette e perbene, quelli che io definisco i ‘virus benigni’, che si intrufolano nella parte ‘malata’ del corpo della Regione andando a combattere e sconfiggere corruzione, malaffare e ruberie. La moralità è alla base del buon governo.
La corruzione genera perdite incredibili in tutto il paese. Si calcola che se si suddividesse l’importo recuperato per il numero dei cittadini, ognuno avrebbe in tasca 500 euro in più al mese. Come combatterebbe la corruzione in Veneto?
Combatterei la corruzione con un approccio estremamente pragmatico. Le pratiche burocratiche nascondono molta corruzione dietro ai loro tempi di gestione. Se per passare da un ufficio a quello al piano di sotto una pratica impiega 2 settimane, è chiaro che fa giri più lunghi. Ogni pratica deve avere tempi stabiliti e molto rapidi.
E poi serve buon senso. Un politico deve amministrare con il senso pratico del buon padre di famiglia e quando ci sono problemi che sembrano non avere soluzione, bisogna se necessario saper ‘copiare’ chi ha fatto meglio di noi e ha risolto quel problema. I soldi pubblici hanno molto più valore di quelli personali e pertanto vanno amministrati con rispetto.
Lei prima parlava di politica slegata dai campanilismi. Ma lei si propone par la provincia di Vicenza? Ci siuta a capire meglio la sua posizione?
Non sono campanilista nel senso che ormai dobbiamo saper guardare oltre i confini dei singoli comuni e renderci conto che siamo parte di un territorio. E’ giusto pensare a comuni che si ijtegrano e collaborano, che si allargano e convivono. Io sono d’accordo con Flavio Tosi quando parla di aggregazione con Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia per ottenere anche noi l’autonomia. Ma vedere il territorio nel suo insieme non significa non saper riconoscere le singole necessità. Significa potenziare le singole specificità e risolvere i singoli problemi nell’ottica di un miglioramento d’insieme. L’unione fa la forza, dobbiamo migliorare tutti.
Qual è il suo modo di valutare un problema e cercare una soluzione? Che sia di territorio, nel sociale o nel bilancio, lei Saugo, che approccio ha?
Io sono un architetto libero professionistae quindi un tecnico. Ma sono anche un piccolo imprenditore, per cui ho una visione d’insieme che è molto vantaggiosa in termini di amministrazione. So valutare sempre costi e benefici, metto tutto sulla bilancia e poi lo elaboro per ottenere il risultato migliore.
Come deve essere un buon uomo politico?
Deve prima di tutto saper essere un uomo. Deve avere il coraggio di dire quello che ritiene sia vero, anche se sono cose sgradite. Un politico non può fingere di non sapere che intorno a lui ci sono corrotti e disonesti. Se dice di non sapere significa che mente, oppure che è stupido. Un politico deve dare il buon esempio, nella buona e nella cattiva sorte.
Perché un elettore dovrebbe votare Corrado Saugo?
Vorrei essere in Regione quello che mio padre è stato a Thiene. Mio padre ha fondato il Patronato Saugo perché sapeva guardare avanti. Sapeva intuire le necessità del territorio e aveva capito l’importanza del lavoro nello sviluppo della città e delle persone. Vengo da una famiglia di grandi lavoratori e di persone oneste e queste caratteristiche sono scritte nel mio Dna. Alla fine, sono le cose che servono a un buon amministratore.
Anna Bianchini