Scontro in commissione Affari istituzionali sull’istituzione della commissione regionale di inchiesta sulla gestione della pandemia Covid 19. La seduta, presieduta da Luciano Sandonà (ZP), ha visto la presentazione delle due distinte iniziative legislative depositate in questi giorni per l’avvio di una commissione speciale di studio e approfondimento: la prima presentata il 5 maggio delle opposizioni e la seconda il 10 maggio, a firma dei due capigruppo della coalizione leghista. L’illustrazione da parte dei proponenti ha rappresentato il primo ‘step’ del percorso istruttorio: la commissione, ha dichiarato il presidente Sandonà, entrerà nel merito e voterà il provvedimento istitutivo la settimana prossima.
La seconda proposta di delibera, presentata il 10 maggio dai due capigruppo della coalizione leghista Alberto Villanova e Giuseppe Pan, chiede, invece, la riattivazione della commissione speciale di inchiesta sulle case di riposo, avviata a maggio 2020 sul finire della precedente legislatura e decaduta con il suo termine. La commissione d’inchiesta, nelle intenzioni dei proponenti, dovrebbe allargare il raggio di studio e approfondimento a tutto il periodo della pandemia “al fine di comprendere le azioni adottate dalla Regione del Veneto nel contrasto della pandemia”.
Dal punto di vista tecnico entrambe le proposte di delibera amministrativa prevedono che la commissione sia costituita da 11 consiglieri, 6 di maggioranza e 5 di opposizione, presieduti da un esponente dell’opposizione, affiancato da due consiglieri di maggioranza nel ruolo di vicepresidente e di segretario della commissione.
Quanto all’ambito e al metodo di indagine, il testo delle opposizioni chiede di “accertare le cause ed eventualmente le responsabilità” dell’”aumento drammatico del numero dei contagi e dei decessi in Veneto” nei mesi autunnali e invernali, e prevede di invitare ‘in audizione il Presidente del Veneto, l’assessore regionale alla Sanità, il direttore generale dell’Area Sanità e Sociale della Regione, i direttori generali delle Aziende ULSS e di Azienda Zero, i direttori delle RSA e delle Case di riposo; i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e rappresentanti del personale sanitario e sociosanitario, familiari di persone decedute, nonché altri soggetti che possano riferire o apportare ogni utile elemento conoscitivo ai fini dei lavori della commissione”.
Quattro pertanto i punti di divergenza evidenziati nel primo confronto in commissione: il ‘focus’ della commissione d’inchiesta; la pubblicità dei lavori; gli interlocutori da ascoltare; e, infine, la collaborazione diretta con l’autorità giudiziaria.
Nel corso della discussione il capogruppo del Pd Possamai e la vicepresidente dem della commissione Vanessa Camani hanno definito una ‘forzatura’ l’iniziativa della maggioranza di presentare un provvedimento istitutivo che si sovrappone a quello presentato dalle opposizioni, sottraendo alla minoranza una delle prerogative democratiche. Il portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni e la consigliera Elena Ostanel (Il Veneto che vogliamo) hanno ribadito la natura di studio e approfondimento della commissione, invitando a non equipararla ad un “tribunale’ e a garantire agli auditi la possibilità di esprimersi liberamente, con la scelta di secrere i lavori.
Dai banchi della maggioranza il capogruppo della lista Zaia Villanova, i consiglieri della Liga veneta Marzio Favero, Enrico Corsi e Laura Cestari, Tomas Piccinini di Veneta Autonomia e Raffaele Speranzon, capogruppo di Fratelli d’Italia, hanno contestato la natura ‘politica’ e ‘pregiudizievole’ della richiesta delle opposizioni, sostenendo che la loro proposta istitutiva è volta ad isolare un singolo aspetto nella gestione della pandemia e a delimitare il campo degli interlocutori da ascoltare allo scopo di dimostrare un ‘teorema’ accusatorio più che di perseguire la ricerca della verità.