Non sembra allentarsi la tensione tra le minoranze di Cogollo del Cengio e il sindaco Piergildo Capovilla. Sotto i riflettori questa volta è la delicata questione che si sta trascinando dal giorno delle elezioni e che sembra stia facendo discutere non poco le associazioni paesane, e cioè quale sarà il destino che spetta al Comitato per le celebrazioni del Centenario della Grande guerra, nato sotto l’egida dell’amministrazione Calgaro.
‘Ero ancora assessore – ha raccontato Marco Zorzi, ora consigliere di minoranza con il gruppo ‘Viva Cogollo’ – quando convocammo tutte le associazioni del paese per riunire quei volontari che desideravano partecipare attivamente alle celebrazioni per la Grande guerra. Si era così costituito un piccolo comitato paesano dal quale ho quasi subito preso le distanze, perché volevamo fosse autonomo, visto che a breve si sarebbe andati alle elezioni’.
Per ufficializzare il comitato, che ben presto ha riunito una ventina di volontari dagli ambiti più vari, tra cui alpini, proloco, parrocchia e scuole, lo si è affiliato alla proloco ma con un direttivo proprio, attivo da marzo. Poi, il tempo è passato in fretta: si è andati a elezioni, Zorzi è entrato in minoranza e si è verificata una fase di stallo, tutt’ora in corso.
La questione, approdata all’ultimo consiglio comunale, si è subito prospettata come ‘calda’. ‘Durante il primo incontro tra sindaco e comitato – ha detto in sede di consiglio Zorzi – il comitato è stato accusato di essere nato solo a fini politici, e perciò fino ad ora è stato snobbato. Ma questo per me è solo uno schiaffo al volontariato. Il sindaco deve finirla di vivere in campagna elettorale. Nessuna risposta hanno avuto le due lettere inviate dal comitato stesso a Capovilla per avere chiarimenti sulle direttive da percorrere. Tutto quello che hanno ottenuto è una sola comunicazione in cui l’amministrazione chiede di nominare delle ‘loro’ persone all’interno del comitato. Questo va contro lo statuto della proloco, che non può avere legami di tipo politico’.
Fuori dal consiglio ha qualcosa da dire anche Basilio Zorzi, presidente del comitato. ‘Dopo la riunione di luglio – ha ricordato – pensavo fosse naturale andare avanti col nostro gruppo. Schieramenti politici all’interno del comitato? Come in tutti i paesi, chi da una parte, chi dall’altra. Ma per noi la politica ne rimane fuori. Quando Capovilla ci ha comunicato che all’interno di esso ci dovevano essere delle persone di sua fiducia, ho detto: benvengano, purchè siano parte attiva. Ma ad oggi non so se al comune interessa ancora procedere. Noi volontari siamo in imbarazzo e ci chiediamo cosa dobbiamo fare. Se non intendono proseguire con noi, che ce lo dicano e basta. Ma sarebbe una sconfitta, e tutto sommato una vicenda molto triste’.
A rincarare la dose ci pensa anche Riccardo Fimbianti dell’altro gruppo di minoranza, ‘Svolta AlternAttiva’, che molto pragmaticamente punta sui 200 mila euro che sarebbero stati messi a disposizione dalla Provincia. Cogollo potrebbe portarseli a casa per mettere a punto delle opere strutturali legate al Centenario, una risorsa futura per la promozione turistica del paese. ‘La nuova Amministrazione sembra aver escluso questo organismo da ogni decisione – recita tra le altre cose l’opuscolo che Fimbianti sta distribuendo casa per casa – e sta organizzando iniziative in totale autonomia. Chiediamo trasparenza nella gestione delle risorse economiche che dovrebbero essere spese a beneficio di tutta la comunità’.
Capovilla al momento sembra restare fermo nella sua posizione: il comitato di fatto è nato un mese prima delle elezioni, che cos’è se non propaganda politica? Al sindaco interessano i fatti, e poco i ‘rumors’: ‘Questo gruppo non si è pubblicizzato in alcun modo – ha concluso laconicamente il Primo cittadino – non hanno fatto serate, né l’hanno ufficializzato con dei manifesti’.
Ma uno spiraglio potrebbe ancora esserci. Il vicesindaco Sofia Zordan in consiglio ha parlato di semplici lungaggini, che non vogliono significare ostilità. ‘Incontreremo i volontari – ha infatti dichiarato Zordan – perché non è stata mancanza di rispetto ma solo ritardo di cui ci diciamo colpevoli’.
Marta Boriero