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Cogollo. La palestra della discordia fa infuriare le minoranze: ‘Capovilla sta vivendo di rendita’

È appena stata posata la prima pietra della nuova palestra delle scuole ‘Don Carlo Frigo’ di Cogollo del Cengio e Caltrano e già nel paese del toro infuria la polemica.

 

Il progetto, che costerà ai due comuni 920 mila euro e che prevede la conclusione dei lavori nell’estate del 2017, ha come capo convenzione il comune di Cogollo, territorio in cui si trova la scuola. La cifra è certamente importante considerando le sempre tirate risorse finanziarie dei piccoli comuni dell’Alto Vicentino, e il sindaco Piergildo Capovilla aveva lamentato pubblicamente sulla stampa locale che la spesa avrebbe pesato totalmente sulle casse comunali anche a causa dell’incapacità dell’amministrazione di Riccardo Calgaro ad ottenere contributi a fondo perduto.

 

‘Il sindaco non ci risparmia menzogne – è sbottato subito Marco Zorzi, capogruppo di ‘Viva Cogollo’ ed ex assessore della giunta Calgaro – e considerazioni infondate. Questa amministrazione ha trovato tutto fatto: progetto definitivo e quadro economico già ratificati con delibera di giunta e di consiglio già agli inizi del 2015’.
L’opera, ha continuato Zorzi, risultava completamente finanziata senza contrarre mutui grazie ad una gestione oculata delle risorse comunali e alla cosiddetta ‘operazione Siderforge’ dal valore di circa 800 mila euro. Inoltre, nel gennaio 2015, ‘l’allora amministrazione Calgaro ebbe accesso comunque ad un finanziamento a tasso zero di oltre 150 mila euro che, una volta ottenuto, ha consentito di liberare liquidità’.
‘Come può quindi il sindaco – ha rincarato l’ex assessore – parlare di spese che graveranno pesantemente sulle tasche dei cittadini di Cogollo, quando tutto è già perfettamente in copertura? Se non ha l’umiltà e l’onestà di ammettere che in questo anno è vissuto di rendita sia finanziariamente che progettualmente (oltre alla palestra, penso per esempio al collegamento ciclopedonale sotto il viadotto di Sant’Agata da lui inaugurato ma completamente realizzato da chi lo precedeva) almeno abbia la bontà di tacere’.

 

Marta Boriero