È un vero e proprio giallo a Cogollo del Cengio per la scomparsa di un intero faldone di documenti. E non un faldone qualsiasi, ma quello che conteneva gli incartamenti dal 2012 ad oggi, ricorsi inclusi, della famigerata Valdastico Nord, che fa di Cogollo il paese maggiormente interessato dal passaggio dei 39,4 chilometri del nuovo tratto da Piovene Rocchette a Besenello (TN).
Ma ricostruiamo la scena del ‘delitto’. È normale che dei documenti restino sulle scrivanie per qualche giorno per essere consultati da dipendenti o amministratori, e quindi il loro posto in archivio rimane vuoto.
Per i documenti relativi al prolungamento della A31 però i giorni sono diventati settimane e un dipendente, non potendo o volendo attendere più a lungo, ha pensato che l’unica soluzione fosse quella di comunicarne la scomparsa a Sindaco e Segretario comunale. Siamo a fine aprile ed il primo cittadino era ancora Riccardo Calgaro.
Passano 15 giorni (e siamo al 12 maggio, poco prima delle elezioni) ed ecco che il dipendente in questione, forse persa la speranza di trovare le perdute carte senza clamore, si decide a fare una denuncia in piena regola ai Carabinieri di Piovene per furto di documenti ‘ad opera di ignoti’. Poiché non sono state trovate tracce di scasso, nessuna malizia se ci si azzarda ad affermare che il misterioso ladro non avesse bisogno di girare in calzamaglia nera, ma che avesse addirittura le chiavi del municipio in dotazione.
E’ pur vero che i documenti sulla Valdastico Nord sono atti pubblici e quindi reperibili anche in altre sedi, come per esempio la società autostrade che ha commissionato il progetto, o anche nei municipi degli altri comuni interessati al passaggio della stessa, ma tant’è che il trinomio Cogollo + Valdastico Nord + scomparsa di documenti fa decisamente alzare le orecchie, tanto più che all’interno c’era senz’altro conservata un bel po’ di corrispondenza.
E chissà cos’altro, ci si chiede. Ma a chiederselo più di tutti è il neo sindaco Piergildo Capovilla, che, allibito per l’accaduto, si trova già con questa patata bollente difficile da mandar giù, e per lui sembra aver quasi il sapore di una presa in giro.
“Sono sconcertato – ha dichiarato Capovilla attraverso un comunicato stampa –. E’ possibile che dopo 26 giorni nessuno mi abbia informato? Nessuno ne ha mai fatto parola durante tutti i mesi di campagna elettorale. Possibile che chi era in giunta nella precedente amministrazione non abbia detto nulla?’.
‘Ma cosa contenevano – si chiede ancora Capovilla, che ha scoperto il furto solo perché ha fatto richiesta di consultare gli atti – questi faldoni? Perché sono spariti?’ E se anche queste domande sono destinate a restare senza risposta, Capovilla sente puzza di bruciato.
‘E’ necessario immediatamente iniziare un’opera di ricostruzione di tutte le informazioni e chiediamo fin da subito l’aiuto di tutti – ha comunicato in via ufficiale il neo sindaco -. Come ho detto il giorno del mio giuramento: semplicità e trasparenza. Molte cose devono cambiare, e cambieranno’.
Marta Boriero