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Chiuppano. Maggioranza spaccata su casa Rezzara. A salvare il Sindaco il sì della minoranza

Non ci si aspetta che un regalo possa portare tanto scompiglio, ma è accaduto a Chiuppano durante l’ultimo consiglio comunale . E a sorpresa le ostilità non sono tra minoranza e maggioranza, ma all’interno della maggioranza stessa, in una netta frattura tra giunta e consiglieri.

 

L’oggetto del contendere è una donazione del tutto particolare, quella della casa natale di Nicolò Rezzara a Chiuppano, chiusa ormai da decenni, che la fondazione Don Andrea Spada, la fondazione Credito Bergamasco e L’Eco di Bergamo, fondato dal Rezzara nel 1880, ha acquistato e deciso di regalare al comune tramite una sottoscrizione popolare con tanto di raccolta fondi iniziata il 1° dicembre.

 

I 63 mila euro messi come tetto iniziale, il prezzo di mercato della casa, sono stati raggiunti in pochi giorni. Nella bozza di convenzione inviata al comune, le richieste in cambio del regalo sono semplici: sistemarla e utilizzarla in futuro per scopi culturali e sociali nello spirito filantropico del Rezzara, intitolandone una parte.

 

Rifiutare è impossibile, hanno considerato sindaco e giunta. Quando mai un privato, con i tempi che corrono, arriva a donarti gratuitamente un bene immobile? I tempi erano strettissimi per dare una risposta a Bergamo. La decisione andava presa, ed è stata chiaramente un sì.

 

Il resto della maggioranza viene messa praticamente davanti al fatto compiuto. Ma oltre che vedere la gratuità del dono, i consiglieri hanno visto una casa in condizioni di degrado, con una corte promiscua e adiacente ad altri edifici privati. E per giunta, senza l’ombra di un parcheggio nelle vicinanze. E adesso si interrogano sull’opportunità di accettare il regalo.

 

Il sindaco Giuseppe Panozzo ha il suo da fare a nascondere l’incredulità. ‘Sono uno con i calli sulle mani e conosco bene le difficoltà dei tempi. Ma come possiamo rifiutare un tale dono dalla città di Bergamo? Qua si tratta di incrementare il patrimonio immobiliare del comune a costo zero, non lasciamoci dominare da paure effimere. Senza contare che la donazione ha un valore morale enorme’.

 

Sergio Dal Santo, portavoce della maggioranza ‘dissidente’, precisa subito: ‘La nostra scelta di voto non significa contrarietà alla donazione, ma siamo polemici contro la modalità di gestione da parte dell’amministrazione, che ha dimostrato poca trasparenza e mancanza di un progetto. La messa in sicurezza e la manutenzione dell’edificio sarà totalmente a carico della comunità. Acquisire la casa è semplice, gestirla non sarà invece per niente facile’.

 

L’assessore alle politiche sociali Giorgio Pareti insiste sul poco tempo a disposizione: ‘Si è creata una situazione di mancanza di dialogo tra noi, ma alla vostra accusa di mancanza di trasparenza ripeto che non c’era scelta per noi, la sottoscrizione popolare è partita in autonomia, senza che nessuno ci chiedesse nulla. Abbiamo avuto praticamente un quarto d’ora per decidere’.

 

Anche Maria Cristina Toniolo non nasconde la contrarietà: ‘Il tempo per un giro di telefonate c’era. I costi per la messa in sicurezza Chiuppano non se li po’ permettere, tuttavia il dono è una scelta obbligata’, mentre Paola Pasin non ha mezze misure: ‘Prima ci sono altre strutture da sistemare. Dobbiamo fare i conti con la realtà: i soldi non ci sono. Sono con un bando europeo, un fondo o un’altra donazione potremo risistemarla’.

 

Delusione manifesta invece per il vicesindaco Susanna Gioppo. ‘Sono molto delusa per questo clima che si è creato, ma mi impegnerò perché la fondazione riesca a essere utile anche per un ulteriore aiuto economico’.

 

A salvare capra e cavoli interviene infine l’ex candidato sindaco Andrea Girardi, capogruppo della minoranza consiliare di ‘Chiuppano nel futuro’, che col suo prezioso voto permette l’acquisizione del dono. ‘Io non voto per partito preso – ha detto Girardi – se una proposta mi sembra buona, non ho problemi a dare voto favorevole. Abbiamo il dovere di risollevare il centro storico, anche se sono consapevole che non è un impegno da poco’.

 

La votazione si conclude con 5 sì (Giuseppe Panozzo, Susanna Gioppo, Giorgio Pareti, Sergio Toniollo e Andrea Girardi) e 4 astenuti, tutti della maggioranza (Sergio Dal Santo, Renato Sandonà, Paola Pasin e Maria Cristina Toniolo). Delle minoranze assenti Federico Ferretto e Luca Terzo.

 

Marta Boriero