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Carrè. Nasce il Primo piano degli interventi per il territorio. Ma non mancano le polemiche

Carrè ha dato vita al Primo piano degli interventi che metterà ordine nelle pianificazioni del territorio precedenti, ormai troppo vecchie per avere un assetto adeguato moderno e a norma di legge.

 

Alla base della nuova pianificazione c’è l’idea di fondo che sindaco e amministrazione si portano dietro dalla campagna elettorale, e cioè quella di consumare il meno possibile suolo agricolo e collinare, che devono essere tutelati nella loro identità e non sfruttati ulteriormente.

 

In secondo luogo c’è l’intenzione di evitare le macro opere che creano vincoli tra pubblico e privato di complessa gestione e le macro lottizzazioni. Infine di eliminare a poco a poco gli edifici senza pregio.

 

‘Ormai Carrè era l’unico paese a non avere un piano degli interventi – ha detto il sindaco Davide Mattei nell’ultimo consiglio comunale, dove il lavoro durato 11 mesi è stato presentato per l’approvazione – ma di questo ne abbiamo fatto un punto di forza, perché si è potuto imparare dagli errori dei comuni vicini e sfruttarne le idee migliori’.

 

Via dunque a tutta una serie di agevolazioni per piccoli interventi che riguardano la prima casa o la casa di un figlio, nonché alla creazione di un nuovo regolamento per i crediti edilizi con tanto di registro comunale. ‘Un piano pensato – ha aggiunto il sindaco – per favorire chi vuole fare qualcosa sul territorio ma anche per incentivare chi vuole recuperare l’esistente’.

 

Le minoranze si sono tuttavia dimostrate scettiche. ‘Il Piano degli interventi – ha detto il consigliere di minoranza Renato Martini di ‘Carrè Unita’ nel suo intervento in consiglio – è il biglietto da visita di una amministrazione. Nel vostro non vedo nessuna scelta politica strategica, vi limitate a dare una sistemazione in base alle richieste della gente. Quello che secondo noi è mancato è un piano strategico di ampio respiro’.

 

 

‘E’ proprio questa invece la nostra scelta strategica – ha ribattuto Mattei – cioè quella di non fare opere faraoniche e rispettare così il territorio agricolo esistente. Il biglietto da visita di cui parlate voi c’è tutto’.

 

 

Marta Boriero