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Berlato conquista il sì della Regione con il suo monito: “Occhio ai project financing alla veneta”

“Occhio ai project financing alla veneta”. Il concetto proposto da Sergio Berlato e approvato dal Consiglio Regionale con un solo voto astenuto, è questo.

Il candidato più votato alle ultime elezioni, attuale Presidente della Terza Commissione Consigliare e portavoce regionale di Fratelli d’Italia-AN, aveva promesso di non scendere a compromessi e di non mandarle a dire a nessuno e infatti, eccolo qui.

E Luca Zaia, governatore, che fin dall’inizio aveva proclamato di “non volere liberi pensatori” nella sua giunta, alla fine ha confermato l’ok all’Ordine del Giorno presentato dal Consigliere Berlato: ‘La giunta regionale si impegnerà ad attivare una verifica complessiva su tutti i contratti stipulati in project financing in Veneto’.

Berlato ha parecchia competenza in materia di politica e sa bene che lo strumento ‘project financing’, cioè il contratto che vede uniti enti pubblici e privati nella realizzazione di ‘grandi opere’, negli ultimi anni va piuttosto di moda.

Non a caso, già qualche anno fa, quando l’ospedale di Santorso era ancora in fase embrionale, era sceso in campo per puntare il faro sul noto contratto di ‘progetto di finanza’ che poneva in essere il nuovo nosocomio.

E proprio in merito all’ospedale di Santorso, Berlato un paio d’anni fa aveva dichiarato: “Esprimo perplessità sul sistema del project financing. Non certo sullo strumento finanziario di sinergia tra pubblico e privato utilizzato in tutto il mondo, ma sull’interpretazione ed applicazione veneta di questo strumento che merita attente riflessioni e verifiche soprattutto sul costo e sul reale beneficio per i cittadini. Abbiamo forti dubbi sul modo in cui il sistema del project financing viene applicato in Veneto. Dall’applicazione veneta del sistema del project financing non si riesce a capire dove stia il rischio d’impresa per i privati – continuava Berlato – dal momento che il rischio sembra ricadere prevalentemente sull’Ente pubblico che sembra garantire i guadagni al privato con i soldi della collettività. Si dovrebbe verificare subito se il sistema del project financing sia stato concepito per garantire servizi utili ai cittadini (che li pagano on i loro soldi) o per garantire guadagni folli a pochi privati (che stranamente sembrano essere sempre gli stessi). Verificando il livello di interessi pagati dall’ente pubblico a pochi privati si potrebbe verificare se non sia stato sforato il limite dell’usura, condizione questa che, se accertata, permetterebbe alla Regione del Veneto di rimettere in discussione tanti contratti di project financing stipulati con i privati. Questa rimessa in discussione del sistema del “project financing alla veneta” – concludeva – potrebbe liberare una quantità enorme di risorse finanziarie che la Regione Veneto potrebbe riutilizzare, da subito, a favore dei cittadini, delle famiglie e delle imprese venete”.

Berlato da sempre sostiene che sia sbagliato pensare che gli sprechi e la mala gestione della cosa pubblica siano una prerogativa da Roma in giù e molto spesso ha invitato “a guardare cosa succede vicino a casa nostra”.

E’ proprio per questo che una delle sue prime battaglie con il nuovo Consiglio Regionale, riguarda proprio il vederci chiaro sulla gestione dei project financing.

“Si dovrà verificare se lo strumento del project financing è sempre stato utilizzato per garantire servizi adeguati alla collettività o se, a volte, sia stato utilizzato per favorire indebitamente alcuni soggetti privati – ha chiesto Berlato al Consiglio – In particolare modo si dovrà verificare quanti e quali siano i contratti sottoscritti tra la Regione del Veneto, sia direttamente che tramite le Ulss o altre realtà collegate alla Regione. Dalla verifica dovrà emergere quali siano stati e siano i soggetti privati (spesso organizzati in Associazione Temporanea di Impresa) che hanno sottoscritto i contratti in project financing con la Regione o con le Ulss del Veneto. Dovrà ulteriormente emergere il livello di remunerazione assicurata ai capitali investiti dai privati ed il tasso di interesse pagato dalla Regione del Veneto per le rate relative ai Project Financing – ha continuato – Nel caso in cui, dalla verifica effettuata, si dovesse constatare che il tasso di interesse pagato dalla Regione Veneto avesse sforato il livello contemplato dall’articolo 644 del Codice Penale, la Giunta regionale del Veneto si impegna ad attivare ogni utile iniziativa per veder riconosciuto e perseguito il reato di usura anche al fine di poter recedere o rinegoziare tutti i contratti stipulati dalla Giunta regionale con i privati, liberando le risorse finanziarie impegnate per metterle a disposizione delle imprese e delle famiglie venete”.

Anna Bianchini