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Basta precari in corsia, in Veneto c’è accordo per assunzioni

Un “importante accordo”, dice l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin per “consolidare il percorso di potenziamento degli organici del Servizio sanitario regionale, sia per far fronte ad una eventuale recrudescenza della pandemia da Covid 19, sia per proseguire con le attività di recupero delle prestazioni non erogate e delle liste di attesa, nonché, in una prossima prospettiva, in funzione dell’implementazione e lo sviluppo del modello di sanità territoriale”. Insomma, si assume.

Regione Veneto e Fp-Cgil, Cisl Fp, Uil-Fpl, Fials e Nursing up hanno sottoscritto un accordo per definire i criteri per l’applicazione delle disposizioni per stabilizzare il personale precario sanitario e socio sanitario e per la reinternalizzazione dei servizi appaltati. E’ stata anche condivisa la necessità di stabilizzare il personale sanitario e socio sanitario che ha svolto attività nel periodo pandemico, dandosi regole omogenee per i percorsi di stabilizzazione attivati dalle aziende ed enti del Servizio sanitario regionale. Come, dice ancora la Regione, è “importante dare piena applicazione presso le Aziende sanitarie ai percorsi di internalizzazione-reinternalizzazione di servizi sanitari esternalizzati già previsti dalle norme nazionali, utilizzando quanto consentito dalla legge”. Sono previste assunzioni dirette, senza alcuna procedura selettiva, per il personale sanitario e socio sanitario assunto a tempo determinato tramite procedure concorsuali-selettive e che abbiamo maturato al 30 giugno 2022 almeno 18 mesi di servizio anche non continuativi, di cui almeno sei nel periodo tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022.

È stato previsto che le Aziende sanitarie debbano presentare alla Regione progetti di internalizzazione dei servizi sanitari e socio sanitari laddove le attività esternalizzate possano essere espletate direttamente con minori costi e “assicurando livelli di qualità e appropriatezza pari o superiori a quelli delle strutture esterne, dando priorità all’internalizzazione dei seguenti servizi in relazione alla rilevanza dei livelli assistenziali che gli stessi sono chiamati a garantire”. In questa ipotesi le aziende potranno procedere, tramite Azienda Zero, all’espletamento di procedure di concorso pubblico, riservando fino al 50% dei posti, riconducibili a profili del ruolo sanitario o socio-sanitario, al personale già in servizio presso le strutture esterne. La Regione e le organizzazioni sindacali attiveranno un tavolo di confronto periodico per la verifica dell’attuazione dell’intesa e per la soluzione di eventuali criticità applicative. Analogo tavolo di confronto sarà attivato a che a livello aziendale.