Anche l’Alto Vicentino chiede a Draghi di restare: ‘Più che la politica c’entra il buon senso’
Giornalisti Altovicentinonline
“Draghi resti al suo posto, l’Italia non può permettersi di cadere nell’instabilità proprio in un momento storico come questo”. E’ questo l’accorato appello di oltre 1300 sindaci italiani che hanno sottoscritto la missiva nata su impulso dei sindaci Dario Nardella di Firenze e Luigi Brugnaro di Venezia e che in pochi giorni ha raccolto centinaia di adesioni bipartisan. Quasi una quarantina anche nel vicentino i primi cittadini che hanno firmato convintamente la lettera inidirizzata al Primo Ministro, Vicenza con Rucco in testa: nell’Alto Vicentino i sindaci di Breganze, Dueville, Fara Vicentino, Lusiana, Montecchio Precalcino, Rotzo, San Vito di Leguzzano, Santorso, Sarcedo, Thiene, Zugliano.
E se in ambienti vicini al Carroccio e soprattutto a Fratelli d’Italia, l’iniziativa viene bollata come una presa di posizione del centrosinistra, è evidente scorrendo la lista dei firmatari che sono molti anche i sindaci di centrodestra e anzi – sostengono alcuni insider della politica berica – sarebbero stati di più se non ci fossero state alcune ‘pressioni’.
“Qualcuno ha effettivamente trasformato l’appello dei sindaci in favore del governo del Presidente Draghi in disputa politica” – commenta il primo cittadino di Rotzo Lucio Spagnolo – “ma qui non si tratta di essere sindaco di destra o di sinistra, di sotto o di sopra ma di vedere le cose come stanno! E un sindaco le vede le cose come stanno! Abbiamo dovuto aggiungere a bilancio decine di migliaia di euro per i costi aumentati dell’energia, del gas: abbiamo dovuto trovare fondi aggiuntivi per integrare i costi di lavori già progettati negli scorsi anni, e in via di realizzazione, perchè oggi, i prezzi allora appaltati non bastano più. Ci sono troppe questioni importanti da risolvere: c’è una guerra in corso, tristemente, in Europa, ci sono le problematiche dell’energia e dell’inflazione che richiedono continuità, chiarezza e forza nel governo. Immaginiamo un dopo Draghi? Io non so, forse per pochi mesi poi, per qualche stagione perchè ormai siamo comunque in fase pre elettorale. Servono buon senso, trasparenza e condivisione: queste sembrano essere doti quotidiane dei sindaci , totalmente dimenticate dalla ‘politica maggiore’. Ecco perchè i sindaci, a parer mio, hanno firmato l’appello pro Draghi: perchè si premi il loro sforzo di ‘fare’ prima che le chiacchiere della politica lontana dalla gente”.
“Stiamo attraversando un periodo di grandi incertezze” – spiega invece Sandro Maculan Sindaco di Zugliano – ” e la prospettiva di una crisi di governo, con conseguente campagna elettorale ed elezioni, mi sembra insensata. Draghi guida di fatto un governo di unità nazionale: ritengo che ciascuna forza politica dovrebbe rinunciare a qualcosa per poter garantire una piena governabilità nell’interesse degli italiani. Penso che la politica lo debba anche ai comuni e agli amministratori che stanno facendo sforzi importanti per tenere saldo il timone in questi tempi difficili senza gravare ancora sui cittadini, già abbastanza provati”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il pensiero di Franco Balzi, Sindaco di Santorso, che si tiene anch’esso distante dalla politicizzazione del dibattito, ma non manca di sottolineare come una crisi ‘al buio’ rischi di minare pericolosamente anche il percorso dei fondi Pnrr: “La situazione è tanto complessa e ritengo che in una stagione costellata di incognite di tutti i tipi, la competenza sia di certo un valore. Io non sono uno di quelli che sposa al 100% la linea di Draghi e del suo governo, ma ne riconosco l’alto profilo e la responsabilità che lo contraddistingue. La posta in gioco è troppo alta, serve dare voce alle necessità del Paese, dalle tematiche economiche a quelle ambientali”.
Non solo Sindaci: all’appello della politica per il ‘remain’ di Draghi sullo scranno più alto di Palazzo Chigi, si sono unite le categorie economiche e le imprese, i professionisti del mondo sanitario, molte ONG e perfino la Chiesa.
Non resta che vedere cosa deciderà lui, Mario Draghi: mercoledì è dietro l’angolo e un ‘bis’ potrebbe essere forse un po’ meno lontano.