Il comitato No Valdastico Nord digiunerà a staffetta da domani, 12 settembre, per cinque giorni contro il progetto del prolungamento dell’autostrada A31 Valdastico Nord.
Sulla scia del digiuno avviato lo scorso 16 agosto da don Albino Bizzotto contro le decine di grandi opere da realizzare in Veneto in project financing – A31 Nord compresa – anche il comitato No Valdastico Nord ha deciso di intraprendere questa forma di protesta nonviolenta, al pari di diversi altri gruppi e comitati locali veneti che si battono per la difesa del territorio.
Nel dettaglio, saranno 9 le persone del comitato No Valdastico Nord che digiuneranno per 24 ore ciascuno a partire dalla mezzanotte, bevendo solo acqua e astenendosi dal mangiare. Nei primi tre giorni, inoltre, il digiuno verrà osservato dalle 8 alle 20 nella sede della Pro Loco di Casotto, in via san Giovanni a Casotto di Pedemonte (di fronte alla chiesa): da Renzo Priante e Irma Lovato, giovedì 12 settembre; da Francesca Dall’Osto e Teopista Marioni, venerdì 13 settembre; e da Annalia Sartori e Arrigo Panozzo, sabato 14 settembre. Gli ultimi due giorni della staffetta saranno invece osservati, sempre tra le 8 le 20, nella sede del Circolo ricreativo di Casale a Cogollo del Cengio: da Giuseppe Sentelli e Luca Bonaldo, domenica 15 settembre,e da Gaetano Grotto (la prima parte al lavoro) e, di nuovo, da Irma Lovato, lunedì 16 settembre.
La staffetta è comunque aperta a tutti: chiunque potrà aderire, partecipare e recarsi nelle due sedi di Casotto e Casale per manifestare la propria solidarietà, lasciando anche un pensiero in un apposito quaderno.
“Il digiuno avviato da don Bizzotto ha puntato i riflettori della politica e dei media sul tema delle grandi opere in Veneto – osserva Renzo Priante di Piovene Rocchette -: 35 quelle dichiarate ‘urgenti e prioritarie’, da avviare in project financing, meccanismo che alla fine tutela gli interessi privati e aggrava invece il debito pubblico, comportando l’aumento delle tasse. Molte di queste opere poi sono inutili o sono dei doppioni, altre possono benissimo essere evitate con una razionalizzazione delle infrastrutture esistenti”.
“L’iniziativa di don Bizzotto – aggiunge Irma Lovato di Posina, che già ad agosto ha digiunato per 24 ore a fianco del fondatore dei Beati costruttori di pace – ha inoltre raccolto l’adesione e la solidarietà di molti altri comitati veneti che con questa forma di protesta nonviolenta vogliono sensibilizzare l’opinione pubblica, ma anche i politici stessi, che da una parte approvano leggi a salvaguardia del territorio e dall’altra progetti faraonici, dimenticando che la terra è l’unica fonte di vita e che il terreno agricolo non è una risorsa infinita. Don Albino ha posto al centro del suo digiuno la persona, con i suoi bisogni e le sue necessità, e si è chiesto se veramente i cittadini veneti necessitino di queste 35 grandi opere, considerata anche l’emergenza sociale attuale, con il taglio continuo dei fondi destinati ai servizi socio-sanitari, nonostante la domanda sia sempre crescente. I cittadini non sono ciechi: si accorgono delle contraddizioni tra il dire e il fare dei politici, e per questo si mobilitano anche in difesa del bene comune costituito dalla bellezza di una valle”.
Non a caso numerosi sono già i cittadini che hanno dato l’adesione a partecipare al digiuno collettivo contro le grandi opere inutili che si terrà in tutto il Veneto il 28 e il 29 settembre, un’iniziativa lanciata dai Beati costruttori di pace in attesa della manifestazione di protesta che si terrà il 9 ottobre sotto Palazzo Balbi, a Venezia, sede della Regione Veneto e già sede della Sade, la società che costruì la diga del Vajont, della cui tragedia quel giorno ricorrerà il 50° anniversario.
di Redazione Thiene on line