di Natalia Bandiera
Mi rifiuto di riportare le ‘minchiate’ dette dai candidati sindaci di Thiene sul tema sanità! Non posso ingannare i lettori anche solo virgolettando le farneticazioni di chi, pur di parlare alla pancia di un popolo non addetto ai lavori su un argomento così delicato e che riguarda l’essenza della vita dei cittadini, le spara grosse pur di racimolare voti, ingannando il prossimo. Non ci sto e invito chi promette quello che anche se diventasse primo cittadino, non può mantenere, a rivedere le dichiarazioni pubbliche, che meriterebbero una censura seria. Un sindaco non può risolvere la carenza di medici, problema italiano e non solo veneto. Un sindaco non può intervenire esecutivamente (politicamente certamente) sull’organizzazione di un pronto soccorso, di un reparto o di un ospedale. Può sollevare il problema, come un rappresentante delle istituzioni deve fare: denunciarlo, ma non ha il potere di intervenire su quanto ha competenze altrove. Così come non avrebbe quello di abolire le tasse imposte da Roma . Chi fa campagna elettorale speculando su questi temi, è un ignorante e dovrebbe studiare prima di presentarsi davanti a centinaia di elettori e prenderli in giro. La speranza è che si tratti di ‘non conoscenza’ e non di malafede perchè saremmo di fronte alla reincarnazione di Wanna Marchi, che con il sale dichiarava di poter guarire il cancro.
I poteri del sindaco all’interno della Conferenza Ulss7
Con la legge regionale del 2015 che riguarda la riforma socio-sanitaria veneta, sono stati sanciti quelli che sono i rapporti tra i sindaci e l’azienda sanitaria. Non c’è nessun potere da parte di un primo cittadino veneto di intervenire tecnicamente sull’organizzazione e sul controllo del sistema sanitario. Significa che l’azienda sanitaria non è obbligata a condividere le scelte di gestione programmatica, nè le scelte delle figure dirigenziali. I sindaci, di fatto, dal 2015, non sono più invitati ad esprimere anche un semplice parere a riguardo. Si tratta di un mero rapporto politico, di un’interazione politica. I sindaci posso criticare o fare proposte, ma di fatto, alla luce della nuova legge regionale, che qualcuno dovrebbe studiare prima di fare brutte figure, non c’è alcuno spazio normativo per fare pesare il proprio ruolo amministrativo in qualsiasi documento tecnico sanitario.
E allora, di cosa si occupa la conferenza dei sindaci? Si può occupare solo dei servizi socio-sanitari, quelli che riguardano, ad esempio, la cura degli anziani, la disabilità, i Ceod (chissà se i 5 candidati sindaco di Thiene hanno mai messo piede in un Ceod) ,la psichiatria con la salute mentale. I comuni addirittura pagano una quota molto onerosa per garantire ad esempio i servizi che riguardano i percorsi riabilitativi dei giovani, l’assistenza ai fragili, che viene delegata alle Ulss dietro il pagamento da parte dei vari comuni di fondi che servono alla sfera socio assistenziale. E’ in questa sfera che ricade quella sorta di ‘potere’ esecutivo dei sindaci, che possono valutare i servizi socio sanitari, ma non ospedalieri. Lì, secondo la legge regionale, la lingua dei sindaci non deve entrare.
La votazione dei sindaci non è diretta al Dg, ma alla sfera socioassistenziale
In questi giorni i sindaci della conferenza dell’Ulss 7 sono chiamati a dare un giudizio ai servizi sociosanitari, pagati dai Comuni e delegati al servizio sanitario. Erroneamente, si pensa che la votazione dei primi cittadini sia rivolta direttamente al Direttore generale Carlo Bramezza. Non è così perchè la stessa votazione è rivolta alla sfera socioassistenziale e non ai servizi ospedalieri. In sostanza, secondo la legge regionale, che molti candidati sindaci scavalcano per malafede o ignoranza per fare breccia sulla ‘simpatia’ del popolo disinformato, il giudizio che verrà emesso riguarderà solo ed esclusivamente assistenza ai fragili, psichiatria, gestione dei centri riabilitativi, ma non liste d’attesa, carenza dei medici o fuga di professionisti dal pubblico al privato. Come può un sindaco di provincia intervenire su problemi che riguardano il governo di Roma o la Regione Veneto? Cari elettori, chi nei programmi elettorali vi promette la risoluzione di questi problemi, che non sono solo territoriali, vi sta ingannando.
Durante questa campagna elettorale è stato promesso davvero di tutto, qualcuno ha tirato in ballo addirittura l’Isee, come se un primo cittadino potesse intervenire addirittura su quello. E’ intollerabile questa presa in giro all’elettorato spesso, non addetto ai lavori. Ci è mancata solo la promessa da parte di qualche aspirante sindaco, che, una volta ottenuta la poltrona da primo cittadino, si potrà intervenire diplomaticamente da Thiene a Mosca per farla finita con la guerra in corso tra Russia e Ucraina.
Cari candidati, basta sparare balle. Una cosa è denunciare che la nostra sanità fa schifo, una cosa è promettere quello che non si può mantenere. Ripeto: la speranza è che la vostra sia ignoranza e non si tratti di malafede perché speculare su temi che riguardano la salute dei cittadini sarebbe imperdonabile oltre che da sciacalli.