“La Regione non taglia i servizi socio-sanitari, ma li fa pagare direttamente ai cittadini, che in questo modo li pagano 2 volte”.
La campagna elettorale di Schio entra nel vivo ed i toni cominciano ad alzarsi. Dopo settimane di argomentazioni da bar, lo scontro ha preso finalmente la piega politica ieri sera a Palazzo Toaldi Capra a Schio, quando davanti ad oltre un centinaio di persone il sindaco uscente e ricandidato Valter Orsi, ha usato il tema ‘Sociale e Sanità’ per sferrare un attacco agli antagonisti, Lega in primis.
Un rivale che, secondo Orsi, è tale perché responsabile di decisioni discutibili prese in campo sociale e sanitario e titolare di una riforma “realizzata per gestire in forma di monopolio e senza interferenze la gran parte del bilancio del Veneto”.
Nessun attacco all’ospedale di Santorso o a Bassano, ma solo una serie di spiegazioni sul perché non sia “intelligente” accorparsi a Vicenza e perché il Distretto dei Sindaci (sindaci del Carroccio inclusi) abbia dovuto ingaggiare negli ultimi 2 anni una lotta con le unghie e con i denti per difendere il comparto Sociale e Sanitario locale.
“La riforma sanitaria del 2015, il taglio delle Ulss da 21 a 9 e la creazione dell’Azienda Zero sono state messe in atto per gestire il
“Ad avvisarci di questo gravissimo problema erano stati alcuni cittadini che hanno malati psichiatrici in casa – ha spiegato Cristina Marigo, avvocato e assessore al Sociale nel Comune di Schio – Siamo intervenuti subito con la Conferenza dei Sindaci (Distretto 2 della Ulss 7) e abbiamo tamponato con i nostri soldi il taglio imposto da Venezia. Solo così è stato possibile salvare i servizi”.
Una lotta che non ha nulla a che vedere con la parte medica della Sanità o con l’assistenza sociale, ma riguarda strettamente la politica.
“Perché non prendersela direttamente con la direzione sanitaria quindi?”
A servire l’assist al primo cittadino è stato proprio Mario Pegoraro, ex presidente del tribunale dei malati ed ex segretario della Lega, che tentando di provocare Orsi chiedendogli come mai i sindaci non abbiano espresso giudizi negativi sui direttori della Ulss 7, ha aperto una voragine nella quale alla fine è sprofondato proprio lui, perché se non fosse stato per la sua domanda, l’argomento non sarebbe nemmeno uscito.
No all’accorpamento con la Ulss 8: “Sarebbe dannoso per i cittadini”
Non ha nessun dubbio Valter Orsi sulla scelta dei 32 sindaci del Distretto 2 della Ulss 7 Pedemontana, che non hanno voluto
l’accorpamento con Vicenza.
“La dimensione della Ulss 7, con 2 soli Distretti, consente ai sindaci di avere un colloquio ogni 15 giorni con la direzione generale – ha spiegato il primo cittadino – Questo è fondamentale, a fronte di vari problemi che possono sorgere e per i quali serve un intervento immediato. Se fossimo accorpati alla Ulss di Vicenza, che conta tantissimi Distretti, la direzione non avrebbe il tempo da dedicare ai singoli territori e le decisioni verrebbero prese senza distinzione per le diverse necessità. L’Alto Vicentino ha un territorio che va dalla città alla montagna, con necessità particolari che devono essere difese. Per questo siamo riusciti ad avere l’emodinamica H24 a Santorso (prima era a Bassano), perché se una persona ha un infarto a Valli del Pasubio o a Posina non avrebbe il tempo materiale di arrivare né a Bassano né a Vicenza. Il contatto con la direzione generale della Ulss è l’unica forma di potere decisionale che hanno i sindaci, che devono tutelare il bene dei loro cittadini sia nella parte sanitaria che in quella sociale. Ridurre le Ulss, (senza avere un risparmio economico, il consigliere regionale pentastellato Jacopo Berti ha infatti parlato di un risparmio minimo, pari addirittura all’1% rispetto alle spese precedenti alla riforma sanitaria, n.d.r.) è stata precisa volontà della Regione per avere il controllo diretto sulla Sanità. I sindaci – ha concluso Orsi – devono difendere quel poco che ancora compete loro con tutte le loro forze e avere una Ulss di dimensione ridotte è l’unico modo”.
Anna Bianchini