Ha un programma ambizioso per Piovene Rocchette, che giudica un “paese pieno di potenzialità inespresse”. Una cittadina che deve rinascere economicamente e che deve puntare sulla qualità della vita. Renato Grotto, pensionato ed ex dipendente di Confartigianato è il candidato sindaco di Piovene Rocchette assieme a Maurizio Colman e all’uscente Erminio Masero, che ambisce al terzo mandato.
Renato Grotto ha le idee chiarissime su quello che vorrebbe per Piovene ed il suo cenno di programma, che sta per ultimare proprio in questi giorni, è la mediazione tra la consapevolezza che di soldi non ce ne sono tantissimi e l’ambizione di riportare il paese ai bei tempi. “E’ finita l’era della Lanerossi, ma i dati che abbiamo raccolto fanno riflettere molto perchè i redditi dei cittadini di Piovene sono i più bassi rispetto a quelli del comprensorio. Questo è drammatico. Occorre analizzare questo dato, come quello dei matrimoni che non è più confortante perchè se è vero che un è un trend della società moderna quello del calo degli sposalizi, a Piovene le percentuali sono più allarmanti. Per non parlare della denalalità: abbiamo subito il 30% della perdita della popolazione scolastica”.
Ha mantenuto i toni bassi Renato Grotto fino ad ora perchè si definisce un uomo concreto. Parlare con lui ti sorprende perchè lo trovi preparato su ogni punto che tocchi a differenza di tanti improvvisati della politica, che si buttano in avventure elettorali e non sanno proporre che aria fritta.
Ci tiene a specificare che è un civico autentico e che nonostante l’età matura, non saprebbe come definire il proprio pensiero ideologico. “Sarebbe riduttivo collocarmi a destra o a sinistra – spiega durante l’intervista – e poi, un candidato sindaco non deve essere espressione di se stesso, ma della comunità che deve rappresentare e della sua squadra di lavoro. Il nostro gruppo contiene tante anime così come Piovene Rocchette, un primo cittadino deve sapersi confrontare con tutti, anche con chi la pensa diversamente”. Un concetto quasi sublime quello di Renato Grotto che esprime moderazione in ogni concetto che esprime; che non attacca mai gli avversari Erminio Masero e Maurizio Colman; che non promette quello che dice di non poter mantenere.
Quello che sta facendo in questi mesi lo difinisce “fase d’ascolto” di un paese che mostra partecipazione. “Al primo incontro erano presenti circa 250 persone fisiche, altre 280 erano collegate in streaming: non me lo aspettavo”. Ma la sua ambizione è quella di coinvolgere tutte le sfere della cittadinanza, che vorrebbe rendere attiva a dispetto dell’astensione che da anni caratterizza le urne di ogni tipo, anche le amministrative che solitamente sono le più “coinvolgenti”.
“C’è tanto da fare, la sfida non è semplice, ma ci crediamo – continua sempre con i toni bassi, ma con la passionalità di chi è sempre stato attratto dalla politica – . Occorre scommettere sui giovani, che non dobbiamo permettere che se ne vadano perchè Piovene può ritornare attrattiva. Vanno ripristinati i rapporti con i comuni vicini e dialogare per affrontare il tema della viabilità che è cruciale per un centro come il nostro. Ma bisogna farlo veramente e non con spot irrealizzabili. Servono interventi sovracomunali”.
Grotto, a Lei piace esporre con i numeri alla mano la situazione del paese che in queste settimane sta come fotografando per programmare adeguatamente…
Non si può prescindere dai numeri per organizzare la giusta strategia e stanno emergendo dei dati che vanno assolutamente affrontati.
Ad esempio?
C’è una parte della popolazione che sembra vivere diversamente. Che è come viaggiasse ad una velocità diversa da quella degli altri piovenesi. C’è un 10% di popolazione straniera che vive ai margini e ci sono bambini che accedono alle scuole elementari senza conoscere una parola di italiano. Sto dialogando anche con le scuole e sono venuto a conoscenza di questo dato che deve fare pensare perchè parliamo tanto di integrazione, ma se un bambino arriva alle elementari che sconosce la nostra lingua, come farà ad apprendere al pari degli altri studenti? Ecco perchè parlo di due velocità.
Non ha ancora presentato la sua lista “Vivere Piovene”, chi sono le persone che la stanno supportando?
Tutte persone in grado di dare un contributo, quindi preparate e con specifiche competenze: c’è l’insegnante, ma c’è anche l’esperto di pubblica amministrazione. Come fai ad occuparti, ad esempio, di opere pubbliche se non possiedi il bagaglio necessario per certi settori? Io per primo non sono un novello, ho fatto già l’assessore ed ho avuto incarichi da parte della Regione Veneto (di seguito all’intervista il curriculum di Renato Grotto).
Natalia Bandiera
Il curriculum di Renato Grotto
Ha 67 anni, è sposato e ha un figlio. Dopo la Maturità Classica al Liceo “Zanella” di Schio, si laurea in Scienze Agrarie all’Università di Padova e ottiene l’abilitazione professionale con l’iscrizione all’Albo degli Agronomi di Vicenza. Ha maturato una lunga esperienza professionale nelle maggiori organizzazioni delle categorie economiche dell’agricoltura, dell’artigianato e delle piccole e medie imprese, a livello provinciale e regionale. È stato presidente della Commissione Provinciale per l’Artigianato della Camera di Commercio di Vicenza e nel 2014 Commissario straordinario, su nomina della Regione Veneto, per la trasformazione in unione della Comunità Montana Leogra-Timonchio. Come presidente della Comunità Montana (1995-2004), assessore comunale (1999-2004) e presidente del Gruppo di Azione Locale (GAL) Alto Vicentino nell’ambito dell’iniziativa comunitaria Leader, si è occupato a lungo di progettazione europea e di sviluppo locale. In ambito culturale, ha operato per la valorizzazione dei beni artistici, come direttore della scuola internazionale di restauro presso il Centro Europeo per i Mestieri del Patrimonio Culturale di Villa Fabris, a Thiene, e ha promosso iniziative e progetti, come la collana editoriale Sentieri Culturali. Attivo da oltre 50 anni come cantore nella coralità piovenese, è appassionato ricercatore di storia locale e ama il basket, sport che ha praticato da giocatore e da allenatore. Mette al servizio della comunità la propria esperienza e un’ampia rete di competenze e relazioni.