Accoglienza profughi ‘sì’ oppure ‘no’? E in che termini?
E’ la domanda che il comitato Prima Noi, rappresentato dal portavoce Alex Cioni, ha voluto porre ai 5 candidati sindaco che saranno votati domenica prossima. Un tema unico, che però può essere affrontato in tanti modi diversi e che obbliga le amministrazioni comunali a rispettare leggi e parametri ben precisi.
Il questionario proposto da PrimaNoi ha interrogato i candidati sul modello proposto dal ministri Minniti che prevede un’accoglienza diffusa nel territorio dei cosiddetti profughi, ossia l’adesione dei Comuni alla rete Sprar, una domanda sui lavori socialmente utili per i richiedenti asilo e relativamente al tipo di approccio che il sindaco dovrebbe tenere nei confronti della Prefettura, vale a dire di collaborazione o di rottura. All’appello hanno risposto tutti i candidati in lizza meno il candidato del Movimento 5 Stelle Orazio Comberlato.
Alex Cioni spiega così le ragioni del questionario: “Sono numerose le questioni che riguardano la vita quotidiana dei cittadini a cui sono chiamati a rispondere i candidati, soprattutto in un momento storico particolare, la cui difficoltà a far quadrare i bilanci offrendo dei servizi efficienti non è un’operazione scontata, ed è la preoccupazione maggiore di molti primi cittadini in carica. A complicare ulteriormente l’attività amministrativa, si è aggiunta la questione dei flussi di migratori dal centro Africa verso l’Italia e la conseguente insensata scelta ideologica dei vari governi nazionali di aprire le porte a chiunque, facendo ricadere sulla testa dei sindaci delle responsabilità che dovrebbero rientrare in una sfera esclusiva di pertinenza statale”. Da qui l’idea del questionario su un problema di respiro nazionale e internazionale che, volenti o nolenti, va ad interessare le comunità locali quanto lo è una
Il sindaco uscente Giovanni Casarotto ha ribadito che se sarà eletto nuovamente alla guida di Thiene, proseguirà nella linea intrapresa in questi due anni, quindi “manterrà un approccio di fattiva collaborazione con la prefettura intravedendo nell’accoglienza diffusa (2 richiedenti asilo ogni mille abitanti) un parametro che consenta una convivenza civile e un punto di partenza per una possibile integrazione”. Casarotto si è detto favorevole all’impiego gratuito in lavori socialmente utili dei richiedenti asilo così potranno “ricambiare l’ospitalità delle comunità che li hanno accolti”.
Attilio Schneck ha liquidato la questione senza tanti giri di parole, dicendosi contrario ad ogni tipo di collaborazione con la Prefettura per la dislocazione dei migranti nel territorio comunale, il che comporterebbe l’uscita di Thiene dalla rete Sprar. Il candidato leghista si è detto favorevole ad un “piano Marshall europeo con il contributo di tutti i Paesi europei per un vero supporto di aiuto alla crescita nei Paesi di origine aiutando al rientro a casa propria di coloro che attualmente sono ospitati in Italia”.
Il giovane Nicolas Lazzari ha sorpreso nelle sue risposte perché da consigliere comunale a Torrebelvicino per una civica di centro-sinistra, si era espresso svariate volte a sostegno del protocollo d’intesa per l’accoglienza diffusa proposto due anni fa dal sindaco di Santorso Franco Balzi, criticando quindi il sindaco turritano di non avervi aderito. Ora Lazzari è contrario sia all’accoglienza diffusa inserita nella rete Sprar ed è favorevole a far uscire Thiene da questo meccanismo se diventerà sindaco. Ha precisato inoltre “di essere contrario all’impiego in lavori socialmente utili dei richiedenti asilo, visto che è un’opportunità preziosa da concedere ai disoccupati italiani, infatti nel nostro programma questa idea è espressa all’interno del baratto amministrativo”.
Christian Anzolin, il candidato più a destra tra tutti, ha risposto in linea con le posizioni espresse in questi anni di chi si oppone senza se e senza ma al business dell’accoglienza. Anche lui è favorevole all’uscita di Thiene dalla rete Sprar, chiudendo ogni tipo di collaborazione con il prefetto e il governo nella gestione dei migranti. “No anche ai lavori socialmente utili per i migranti, mentre è in atto un vero e proprio crimine che mira all’eliminazione delle nazioni, con la violazione del diritto di autodeterminazione dei popoli”.