Lunedì aziende aperte nonostante il divieto. Scatta la rabbia dei sindacati ma Confindustria non ha dubbi: “Le aziende sono sicure, si deve tornare al lavoro”.
Nell’Alto Vicentino la sintesi di questo scontro è rappresentata dalla riapertura di Forgital, con Michele Gregolin, rappresentante provinciale di Fiom Cgil, che sottolinea: “Il decreto lo prevede, ma si rischia di vanificare gli sforzi e i risultati della settimana”.
Il ‘caso Forgital’ riguarda in realtà 3mila aziende del vicentino, che hanno chiesto la deroga al prefetto per poter riaprire lunedì 6 aprile. “In Forgital lo fanno per lavorare nell’ambito aerospaziale – ha continuato Gregolin – Ma noi siamo contrari perché fare i pezzi per gli aerei non è necessario per la sussistenza in questo momento. E’ stata chiesta volontarietà ai lavoratori e pare non ci sia, noi abbiamo chiesto un incontro per valutare la sicurezza”.
“Eludendo il decreto che impone la sospensione delle attività non necessarie, denunciamo che oltre alle aziende metalmeccaniche che stanno già lavorando, da lunedì 6 aprile alcune riprenderanno l’attività e molte si stanno preparando alla riapertura mandando comunicazione ai prefetti”, hanno denunciato i rappresentanti regionali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, rispettivamente Massimiliano Nobis, Antonio Silvestri e G.Carlo Biasin.
“Aziende che pur non avendo attività previste dai Codice Ateco, definiti dal Governo con Cgil, Cisi Uil lo scorso 25 marzo, inviano la comunicazione di ripresa dell’attività al Prefetto godendo del silenzio assenso previsto nel DCPM ed in molti casi senza aver coinvolto le organizzazioni sindacali aziendali, come previsto dal Protocollo anticontagio del 14 marzo condiviso dagli stessi imprenditori – continuano i sindacalisti – Siamo di fronte ad un evidente aggiramento del decreto di sospensione delle attività, in assoluto spregio della salute pubblica. La preoccupazione per questa necessaria fermata e per la ricaduta che avrà sul lavoro e sulla produzione è alta tra i lavoratori e tra le stesse organizzazioni sindacali. Facciamo notare che in cassa integrazione i lavoratori avranno una consistente riduzione di salario. È evidente a tutti che la ripresa dell’attività lavorativa potrà avvenire in tempi più rapidi, se, le occasioni di contagio si ridurranno al minimo”.
La replica di Confindustria
“Se Forgital riapre lo fa perché è nella filiera delle aziende previste dal governo – ha spiegato Pietro Sottoriva, presidente Confindustria Alto Vicentino – Immagino per esempio il settore aerospaziale dove Forgital ha direttamente e indirettamente commesse già programmate. Lavora certamente per moltissime attività di importanza strategica e non credo possa fermare tutto”.
Sottoriva prosegue, lasciando da parte la questione Forgital, ma riportando l’attenzione a livello generale. “In questi giorni ho avuto modo di parlare con diversi colleghi, e ho capito che non solo adottiamo, quando ci sono le aziende aperte, i protocolli di sicurezza previsti dal governo, ma addirittura ci adoperiamo per migliorali, come per la distanza di sicurezza di un metro che a molti sembra troppo poco, oppure mettiamo in atto, per esempio nelle macchine del caffè, una particolare attenzione perché ogni collaboratore possa trovarle pulite, mettendo sempre prodotti disinfettanti per la igienizzazione, in modo di evitare la possibilità di trasmettere il virus, come particolare attenzione va messa nelle maniglie di tutte le porte o nei bagni. Questi esempi, solo per far capire che le aziende sono posti sicuri, dove il controllo e le attenzioni sono sotto gli occhi di tutti. Le aziende devono osservare la massima sicurezza per i collaboratori, non posso esimersi dal farlo, perché la salute va prima di ogni altra cosa, ma pensato a questo, se le aziende possono lavorare in sicurezza devono aprire o non riapriranno più”.
Aziende interconnesse, se si ferma una si fermano in tante
Nella nostra zona si lavora in filiera e non ci sono aziende che, da sole, fanno tutto. I prodotti si fanno insieme, poiché ogni azienda ne produce alcune parti.
“Prendiamo il mio prodotto – ha spiegato Sottoriva – Noi produciamo macchine e forni per fare il pane, ma se non abbiamo chi ci porta i motori, se non abbiamo chi ci manda la carpenteria, se non abbiamo chi ci fa avere i quadri elettrici, le macchine non le produciamo. I tanti artigiani che lavorano per le aziende più strutturate non hanno molte riserve, e per ora non si vedono aiuti, rischiamo di interrompere la filiera e di far saltare una intera economia.
La strategia della Spagna e la necessità di riaprire
“La Spagna ha individuato le aziende che possono aprire se lavorano con l’estero, ritenendo questo fattore principale per non far loro perdere il mercato e non vederle chiudere definitivamente, una volta finita l’emergenza coronavirus. Nel vicentino lavoriamo tutti per l’estero. Quindi, se riusciamo a garantire la massima sicurezza nelle nostre aziende, noi siamo per la riapertura. Siamo molto preoccupati non solo del coronavirus, ma degli accordi che la Germania sta prendendo con la Francia, eludendo quello che dovrebbe essere una unione e una visione comune per affrontare il problema. Ci renderanno più deboli – ha concluso Sottoriva – noi imprenditori perderemo sempre più fiducia nel nostro sistema, molti molleranno le redini e venderanno alle multinazionali e qui non si potrà più parlare con chi ci mette il cuore, con noi che siamo nati e cresciuti in mezzo ai nostri collaboratori, ma si dovrà parlare con le sedi estere dove si troveranno le società finanziarie che avranno la proprietà di quelle che ‘erano’ le nostre aziende”.
Anna Bianchini